Jack's house is a building of death. Inert matter of wounded and killed bodies, massed together to build an entrance into the underworld of one's unconscious.

In a catabasis, in a Dantesque and psychological descent towards the destructive flames of his own ego, accompanied by a consciousness that has the face of Virgil, Jack is a man suffering from OCD, with the presumption of being unique and special. Yet there is nothing exceptional in being an icon of death, so much so as to die exactly like so many others, sucked into one's greedy, know-it-all and never satiated 'I'.

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The long journey to the final destination is an opportunity to talk about art and open questions that, in reality, know no answer: art is linked to an act of love or is realized completely beyond life, in death. ? Is art construction or destruction? Is art a manifestation of repressed desires, even if violent and forbidden?

Lars von Trier is never a simple director and, like the story, in Jack's House, he accompanies the viewer at a slow pace, in an increasingly gloomy, claustrophobic, eschatological atmosphere of profound human solitude, which leaves no way out. . The destruction and the end we carry them in and we project them out of us, making us scorched earth around. We can scream as much as we like, no one will listen to us.

Plot

Jack who sees each murder as a work of art in itself, even if the evolution of him gives him problems in the outside world. Despite the inevitable intervention of the police is approaching, contrary to all logic, this pushes him to risk more and more. Along the way we discover his personal conditions, problems and thoughts of him through recurring conversations with the unknown Virgil, a grotesque blend of sophistry mixed with almost childlike self-pity and with in-depth explanations of difficult and dangerous actions.

Probably, as in the ancient Gothic cathedrals, only art will survive us, hidden in the darkest meanders of the architecture of our mind, visible only to the Great Designer. Lars von Trier never resists tickling psychological and philosophical reflections. His cinematographic art, both in the aesthetic form and in the subtext, is always a work to be questioned in order to question ourselves. Posterity will judge.

Movie Form

This release date: February 28, 2019
Genre: Drama, Horror, Thriller
Year: 2018
Director: Lars von Trier
Actors: Matt Dillon, Bruno Ganz, Uma Thurman, Siobhan Fallon, Sofie Gråbøl, Riley Keough, Jeremy Davies, Ed Speleers, David Bailie, Yu Ji-Tae
Country: Denmark, France, Germany, Sweden
Duration: 152 min
Distribution: Videa
Screenplay: Lars von Trier
Director of photography: Manuel Alberto Claro
Editing: Jacob Schulsinger, Molly Malene Stensgaard
Production: Zentropa Entertainments, Copenhagen Film Fund, Danmarks Radio (DR)

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ITA

La casa di Jack è una costruzione di morte. Materia inerte di corpi feriti e uccisi, ammassati insieme ad edificare un ingresso negli inferi del proprio inconscio.

In una catabasi, in una discesa dantesca e psicologica verso le fiamme distruttive del proprio ego, accompagnato da una coscienza che ha il volto di Virgilio, Jack è un uomo affetto da un disturbo ossessivo compulsivo, con la presunzione di essere unico e speciale. Eppure non vi è nulla di eccezionale nell'essere un'icona di morte, tanto da morire esattamente come tanti altri, risucchiato dal proprio 'Io' avido, saccente e mai satollo.

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Il lungo viaggio verso la destinazione finale è l'occasione per parlare dell'arte e aprire degli interrogativi che, in realtà, non conoscono risposta: l'arte è legata a un atto d'amore o si realizza completamente oltre la vita, nella morte? L'arte è costruzione o distruzione? L'arte è una manifestazione dei desideri repressi, anche se violenti e proibiti?

Lars von Trier non è mai un regista semplice e, al pari della vicenda, ne La casa di Jack, accompagna lo spettatore a passo lento, in un'atmosfera sempre più cupa, claustrofobica, escatologica e di profonda umana solitudine, che non lascia scampo. La distruzione e la fine ce le portiamo dentro e le proiettiamo fuori da noi, facendoci terra bruciata intorno. Possiamo urlare quanto ci pare, nessuno ci ascolterà.

Trama

Jack che vede ogni omicidio come un'opera d'arte in sé, anche se la sua disfunzione gli dà problemi nel mondo esterno. Nonostante l'inevitabile intervento della polizia (cosa che provoca pressioni su Jack) si stia avvicinando, contrariamente a ogni logica, questo lo spinge a rischiare sempre di più. Lungo il cammino scopriamo le sue condizioni personali, i suoi problemi e i suoi pensieri attraverso conversazioni ricorrenti con lo sconosciuto Virgilio, una miscela grottesca di sofismi mescolata con un'auto-pietà quasi infantile e con spiegazioni approfondite di azioni difficili e pericolose.

Probabilmente, come nelle antiche cattedrali gotiche, solo l'arte ci sopravvivrà, nascosta nei meandri più bui delle architetture della nostra mente, visibile unicamente al Grande Progettista. Lars von Trier non resiste mai a solleticare riflessioni psicologiche e filosofiche. La sua arte cinematografica, tanto nella forma estetica quanto nel sottotesto, è sempre un'opera da interrogare per interrogarci. Ai posteri l'ardua sentenza.

Movie Form

Data di uscita: 28 febbraio 2019
Genere: Drammatico, Horror, Thriller
Anno: 2018
Regia: Lars von Trier
Attori: Matt Dillon, Bruno Ganz, Uma Thurman, Siobhan Fallon, Sofie Gråbøl, Riley Keough, Jeremy Davies, Ed Speleers, David Bailie, Yu Ji-Tae
Paese: Danimarca, Francia, Germania, Svezia
Durata: 152 min
Distribuzione: Videa
Sceneggiatura: Lars von Trier
Fotografia: Manuel Alberto Claro
Montaggio: Jacob Schulsinger, Molly Malene Stensgaard
Produzione: Zentropa Entertainments, Copenhagen Film Fund, Danmarks Radio (DR)