Opinioni - n. 13 - Il Recovery Fund schiva lo stop

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In questi giorni una notizia è planata, dalle redazioni dei media, sui monitor e sui giornali dei lettori italiani: la Corte Costituzionale tedesca da Karlsruhe ha rigettato il ricorso di incostituzionalità che aveva momentaneamente bloccato l'approvazione definitiva di Next Generation Eu, il piano di rilancio dell'UE contro i danni economici prodotti dalla pandemia Covid, più noto alle masse come Recovery Fund, che quindi ora si appresta a decollare in maniera definitiva per la gioia di tutti coloro che attendevano questo come la manna risolutiva.

E' accaduto davvero accaduto questo e quindi tutto si è risolto per il meglio?

Direi non proprio. Certo per accorgersene occorre scavare un po' ed esser disposti ad accettare la verità dei fatti.

Occorre prima ancora, però, ricostruire l'antefatto.

Il piano UE da 750 miliardi di Euro era già stato approvato il 25 e 26 marzo dalle due Camere del Parlamento tedesco. Il percorso di approvazione, che prevedeva la firma di ratifica finale da parte del Presidente della Repubblica, si era quindi bloccato a causa del ricorso d'urgenza alla Corte Costituzionale presentato da Bündnis Bürgerwille (traducibile in Alleanza dei cittadini), un movimento fondato da Bern Lucke, economista anti-euro ed ex politico tedesco.

Bern Lucke è un professore universitario di economia, che fino al 2013 militava nella CDU, il partito della Merkel, che lasciò in disapprovazione agli aiuti economici concessi alla Grecia, per fondare Alternative für Deutschland. Lasciò anche questo partito nel 2015 in contrasto con la oramai evidente deriva verso l'estrema destra emersa durante la crisi dei rifugiati. Si ritirò così dalla politica attiva tornando ad occuparsi dell'insegnamento e relegando il suo attivismo politico all'associazionismo, fondando appunto Bündnis Bürgerwille.

Il ricorso alla Corte Costituzionale contro Next Generation Eu era motivato dal fatto che la gran parte di esso sarà finanziato tramite la creazione di debito comune europeo, una specie di Eurobond in embrione, che quindi nel caso di inadempienza nel pagamento da parte di alcuni Stati, vedrebbe dover intervenire gli altri. Ciò implicherebbe un aumento del debito pubblico tedesco che non sarebbe dovuto a scelte avvenute con un voto del Parlamento tedesco per un ammontare non prevedibile. Quest'ultimo aspetto sarebbe contro i dettami della Costituzione tedesca.

Veniamo finalmente alla decisione recente, con la pronuncia della Corte Costituzionale chiamata a decidere su ciò.

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La Corte Costituzionale non ha rigettato in pieno tale ricorso ma ne ha solo in qualche modo "annullato" il regime di urgenza, riservandosi in futuro di poter giungere a conclusioni diverse.

Scommetto che tra i pochi che hanno prestato attenzione a questa notizia, d'altra parte eclissata dall'evento meteorico che si è abbattuto sull'opinione pubblica italiana sotto la forma di Superlega Europea, che ha rischiato di colare a picco l'indiscutibile Champions League di calcio, un'infima parte, forse nessuno, ha avuto modo di esser informato su questo aspetto, perché i titoli dei media ponevano l'accento solo sul via libera, sulla vittoria ottenuta, neanche si stesse ancora parlando di sport, annunciando la conquista dell'ambito trofeo.

Ma la verità è ancor peggiore.

Perché la pronuncia della Corte Costituzionale tedesca, che si può leggere per esteso qui, nelle sue motivazioni mette una pezza peggiore del buco.

Al riguardo infatti emergono due aspetti inquietanti, dei quali non saprei quale definire peggiore, come se la manipolazione dell'informazione che ho finora descritto fosse poca cosa, sebbene oramai ci si sia "abituati".

Vediamo questi due ulteriori elementi.

In primo luogo la motivazione del rigetto. Il ricorso non è stato respinto perché non siano stati rilevati i profili di non costituzionalità, che anzi sono stati accolti e considerati come ben possibili nella forma in cui sono stati presentati dai ricorrenti, ma semplicemente per opportunismo. In sostanza i giudici costituzionali hanno affermato che le conseguenze di uno stop all'iter di approvazione sarebbero state più gravi del via libera concesso. Ora, non entro nel merito se sia giusto che Next Generation Eu sia approvato o no, la discussione è ben più complessa e ci sono rilevanti motivazioni a favore e contro, con coinvolgimento di argomenti fin troppo ampi, ma credo che sia assolutamente grave che una Corte Costituzionale agisca sull'onda dell'opportunismo. L'unico metro che dovrebbe adottare nel prendere decisioni dovrebbe discendere dalla legittimazione del suo ruolo: valutare se i casi sottoposti eccedono o no la Costituzione.

L'urgenza era più giustificata sotto questo aspetto, perché una volta concesso il via libera, un'eventuale pronuncia di anticostituzionalità a piano entrato in vigore produrrà danni ancora più gravi. Ovviamente, con banale senso di real politik, nessuno si aspetta più che un tale pronunciamento avverrà, giustificando quindi in tal senso la "chiave di lettura" dei media che alzano il trofeo al cielo, ottenuto con una "vittoria a tavolino". Molto più probabilmente in futuro, nel caso, si potrà "dimenticare" tutto, perché l'opportunismo porterà a concludere "che ammettere l'anticostituzionalità produrrebbe danni più gravi che nasconderla". Un vulnus davvero molto grave al diritto costituzionale in uno dei paesi fondatori dell'UE, nonché paese trascinatore della stessa.

Se una legge, qualsiasi legge, ha sentore di anticostituzionalità va stoppata prima che produca effetti in attesa della valutazione definitiva.

Se la legge si ritiene fondamentale, pur essendo anticostituzionale, implica che eventualmente si modifichi la Costituzione, secondo le prerogative concesse, per renderla costituzionale.

Ricorrere all'opportunismo come metro di valutazione è un precedente che può portare a conseguenze nefaste.

L'altro elemento è ancor più subdolo. Se un giudice Costituzionale, spinto dall'urgenza, non ha tempo di valutare le conseguenze di un ricorso dal punto di vista del Diritto Costituzionale, di cui dovrebbe nutrirsi a pranzo e cena, ma ha nello stesso tempo la possibilità di valutarne adeguatamente gli aspetti ed i danni economici, argomento che non risulta esser ovvio padroneggi altrettanto bene, può significare solo una cosa. Che la situazione economica sia palesemente disastrosa, ben più e ben oltre quanto reso di dominio pubblico e di quanto ogni cittadino senta già sulla propria pelle quotidianamente. In questo caso non sarà sicuramente Next Generation Eu, con i suoi 750 miliardi di euro, ad esser risolutiva, considerando che sono ben poca cosa confrontati ai 3000 miliardi di dollari stanziati negli USA, dove sono stati preceduti da altri 2000. Sarebbe quindi opportuno che la popolazione ne sia compiutamente informata, e possa trarne le opportune valutazioni e conseguenze, magari distraendola dall'esito della finale di Champions League.



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Che poi... perché diavolo una corta costituzionale, per altro sollecitata da un tribunale di una città, dovrebbe tenere in scacco un intero continente?
Vorrei vedere se un giudice di Milano, sollecitando la Corte Costituzionale e il Presidente della Repubblica, tenessero in scacco tutta l'Europa cosa diavolo ci viene addosso...

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Perché lo prevede il Diritto.

Non sono contro l'UE, e non ho nessuna posizione sul Recovery Fund, che non mi riguarda vivendo all'estero e fuori dall'UE. Mi sembra giusto che a decidere siano i cittadini coinvolti ed io non lo sono.

Ma le Costituzioni dei singoli Stati, finché ci sono, vanno rispettate. Mi sembra gravissimo non riconoscere questo principio.

Poi io sono un anarchico sempre più convinto dell'inutilità degli Stati, ma finché ci sono non si può ignorarli all'occorrenza quando fa comodo.

Al solito il problema è la mancanza di chiarezza su come si affrontano le situazioni.

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eh no... il Diritto della Germania non è il Diritto dell'Italia o della Francia. Le costituzioni sono diverse fra loro. Esiste semmai la corte di giustizia Europea, in quel caso avrebbe diritto sulla questione generale che interessa Italia, Germania eccetera. Era a loro caso mai che si dovevano rivolgere. Qui invece i tedeschi chiedono lumi alla loro Corte Costituzionale, e fino qui può andare bene, ma poi questa avrebbe dovuto cedere la questione al tribunale Europeo. Altrimenti se ognuno decide per i cavoli suoi imponendo agli altri i suoi interessi, viene fuori il delirio.

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Quel che dici ha una sua logica che non metto in discussione. Ma non descrive la realtà. L'UE è nata come un compromesso di basso profilo, per la fretta di assecondare gli interessi della finanza. E son state lasciati ampi margini agli stati nazionali. A torto o a ragione, non disquisisco su questo perché la discussione andrebbe allargandosi troppo e ci sono valide motivazioni su un fronte e sull'altro, i Governi nazionali e le rispettive Costituzioni hanno ancora un ruolo predominante sul Diritto Europeo in moltissimi ambiti. D'altra parte se così non fosse stato l'UE non sarebbe arrivata all'epoca, ma si sarebbe ulteriormente rimandata, alla ricerca di un compromesso di più alto livello e più ampia condivisione. Come si dice: "La gatta frettolosa fece i mici ciechi".

Avevo sintetizzato questo nel precedente commento con questa forma: "Al solito il problema è la mancanza di chiarezza su come si affrontano le situazioni." probabilmente criptica.

Ora però la situazione è questa. Ed il Diritto tedesco, come quello italiano e quello ungherese, deve esser rispettato. Una fuga in avanti per questioni di opportunità è un rischio ancor più avventato all'ordine democratico, oltre che all'obiettività. Il fatto che gli italiani non abbiano mai saputo proteggere i loro interessi come fanno gli altri non è una giustificazione, semmai una colpa in più alla classe dirigente italiana.

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Beh hai appena descritto il neo-nazismo, se i tedeschi impongono la loro visione e i loro interessi al continente e gli altri devono starsene zitti, non trovo altra parola più adatta. Di sicuro i tedeschi del diritto italiano se ne sbattono, e non per modo di dire, lo hanno già fatto.

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Però non mettermi in bocca parole che non ho detto.

Non mi risulta di aver scritto da nessuna parte che gli altri, inclusi gli italiani, debbano "starsene zitti".

Dovrebbero come tutti proteggere i loro interessi, ma se non lo fanno non è che possano pretendere che, nel rispetto delle regole pattuite e che governano l'UE (contestabili e modificabili, ma attualmente queste), gli altri facciano altrettanto. L'Italia ad esempio non ha mai posto il veto, potere che pure detiene, in moltissime situazioni. Non ha mai preteso, con le dovute modalità, il rispetto di tutti i parametri economici alla Germania, compreso quello previsto sulle bilance commerciali.

Per quale motivo non lo fa? Incapacità? Davvero è da tanto tempo che ho smesso di credere all'incapacità di chi governa, o almeno di chi governa davvero. E' semplicemente la volontà di proteggere altri interessi che non quelli pubblici nazionali. L'incapacità semmai è quella degli elettori che non comprendono appieno questo e non si impegnano maggiormente a modificare la situazione.

Per questo son diventato anarchico. Son stanco di combattere contro l'indolenza delle persone nella generalità. Non credo che lo Stato faccia, di sua spontanea iniziativa e soprattutto se non è pressato dall'elettorato attento, l'interesse della popolazione e pertanto voglio uno stato più debole possibile, che non possa impormi scelte fatte con la legittimazione ottenuta da una massa incosciente.

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No no non lo stai dicendo tu, lo stanno dicendo a noi europei i tedeschi, ma non da oggi. Quando la Merkel e Hollande/Macron si riunivano in bilaterale e decidevano per tutti, anche li i giornaloni nostrani a incensarli invece di dire "embè". Concordo che poi a conti fatti la classe politica è quella che è, ma non è tutta colpa dei cittadini. Se i giornali sparano balle o mistificano la realtà è chiaro che poi chi vota lo fa in base alle informazioni a cui può attingere. Però qualcosa sotto la cenere c'è. Il referendum patacca di Renzi bocciato, prima ancora quelli sul nucleare e acqua. Insomma anche con tutta la stampa a favore poi i cittadini hanno deciso nell'altro verso. Quindi non è che sia tutto perduto. Ora ci vuole un Presidente della Repubblica meno europeista, e qualcuno con le palle che propone un referendum sull'euro.

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Sarò il primo ad esser contento di sbagliarmi, ma temo che tu sia troppo ottimista ;)

Spero vivamente di esser smentito ma appena l'emergenza pandemia sarà dichiarata conclusa cominceranno a saltare i tappi. No, non quelli di spumante, ma quelli che stavano chiudendo i buchi. Sarà per quello che provano a tirarla per le lunghe e non vedo davvero impegno ad affrontarla?

Per quanto riguarda il referendum sull'euro, sempre per una questione di Costituzioni, non ci sperare proprio. L'hanno già detto e ripetuto: non è possibile, stavolta per "colpa" di quella italiana di Costituzione.

E, detto fra noi (ma scolpito nella blockchain 😂), non saprei se esser contento o no di uscire dallo scudo che l'euro garantisce, se fossi in Italia. Ero contrario ad entrare nell'euro all'epoca, subdorando la fregatura, ma non sarei (uso il condizionale perché come detto non mi riguarda non vivendo più nell'euro-area) così esaltato dall'uscirne ora.

Sempre per una questione di qualità della classe dirigente. Non nego che un'uscita ben gestita possa portare ad alcuni vantaggi oltre agli svantaggi. Ma temo che in mano alla classe politica attuale i primi evaporeranno mentre i secondi si materializzeranno in toto. E non vedo all'orizzonte leader migliori, che se mai esistono si tengono alla larga dall'idea di governare gli italiani.

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