Il mio primo, vero, contratto di lavoro - 10° puntata

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Immagine CC0 creative commons

Tra una cosa e un'altra i mesi passavano, e con il passare del tempo aumentava la mia interazione con gli altri componenti degli uffici, il mio lavoro era abbastanza distaccato, nel senso che era registrazione, controllo, emissione di documenti e di conteggi, il tutto con il supporto del computer, ma ogni tanto c'erano dei momenti in cui andavo negli uffici dei miei colleghi oppure venivano, meno frequentemente, loro nel mio ufficio...

Arrivò anche il famoso controllo e revisione dei compiti di ognuno di noi, effettuato tramite quell'azienda esterna, ci ritrovammo per alcune settimane alcuni loro elementi a zonzo per i vari uffici, a volte rompevano decisamente i coglioni, perché in buona sostanza dovevo fare le cose ordinarie ma a velocità notevolmente ridotta, in cui mi veniva spesso chiesto di spiegare dettagliatamente quello che stavo facendo, non era nulla di particolare ma era una seccatura, i tempi di effettuazione della normale routine lavorativa erano più che raddoppiati, per fortuna si trattava di segmenti, all'interno di ogni singola giornata, perché a volte erano nel mio ufficio, a volte nell'ufficio tecnico, a volte nel settore amministrativo vero e proprio, a volte dalle segretarie...

Alla fine di tutto il loro confabulare, venne fuori che il mio carico di lavoro era leggermente più alto di quello da loro previsto, mi affrettai a dire che andava bene così, era sufficiente che nessuno venisse a rompermi i coglioni e che fossi lasciato in pace di fare quello a cui ero preposto, il mio accesso al reparto produzione venne espressamente autorizzato e regolamentato, così pure venne ribadito il contatto preferenziale con la mia persona dei rappresentanti, quando chiedevano lumi sulla consegna dei loro prodotti ma unicamente in caso di ritardo da parte nostra, diversamente i solleciti venivano presi raramente in considerazione, a parte casi speciali, da valutare di volta in volta, con eccezioni e deroghe specifiche...

Il giorno più bello del mese era quello della paga, superato il primo periodo in cui non avevo ancora accumulato la tempistica per la mia busta paga, venni logicamente inserito come tutti gli altri nel turno di retribuzione, venivano gestite dal settore delle cosiddette segretarie speciali, quella da cui dipendevo e la sua collega, quella famosa ragazza di cui vi avevo accennato qualcosa in una puntata precedente, che era un tipo davvero particolare...

Non era una bellezza assoluta, nel senso che non era una di quelle fighe che ti faceva girare la testa se la incrociavi per strada, ma nel giorno della paga si tirava al massimo, aumentando notevolmente il già abbondante trucco quotidiano, rendendosi ancora più vistosa, mora, di capelli e di carnagione, lineamenti tipicamente mediterranei, un po' di carne in eccesso, in quanto erano diversi i kg che si accumulavano lungo i fianchi e sul corpo, ma era quel grasso che non dava fastidio più di tanto, le tettone sempre ben schiacciate e rialzate da reggiseni contenitivi, adeguatamente esposti da generosi davanzali aperti, che scatenavano immediatamente pensieri e voglie di infilarci l'uccello in mezzo, per la più classica delle spagnole, del resto si prestava parecchio alle battute, anche belle pesanti ed esplicite, ma era di bocca buona, nel senso che la persona che le indirizzava degli apprezzamenti doveva essere di suo gradimento, altrimenti rischiava delle stroncature e dei tagli di gambe, che ti piegavano nel mezzo, io, quasi sempre, in sua presenza era meglio che evitassi qualsiasi approccio o ammiccamento, perché era poco più di un bambino per lei, nonostante ormai avessi 22 anni, ma non mi cagava neanche di striscio, proprio zero, la consegna della busta paga nel mio caso era proprio una mera formalità, nulla di più...

Continua...



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3 comments
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Mai capitato per fortuna quella specie di controllo qualità, probabilmente soldi buttati al cesso perché alla fine o non si fa niente o poco dopo torna tutto come prima

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Ti dirò che ritornerò sull'argomento, ma non fu un fuoco di paglia, nel senso che a qualcosa di concreto quel controllo portò effettivamente...

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