Io e la velocità - 38° puntata

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Immagine CC0 creative commons

La dimensione degli oltre 200 km/h era contraddistinta dal cambio della testa che guidava quel veicolo, perché il cervello veniva messo a riposo e al suo posto arrivava quell'altra testina, quella che l'uomo ha tra le gambe, che è direttamente a contatto con il serbatoio delle moto, e diventa tutto molto più istintivo e diretto, in quanto parecchie decisioni dal cervello non verrebbero prese, invece dall'uccello sì, perché non si capisce proprio un cazzo, a viaggiare nella soglia dei 200 km/h e oltre...

Il rombo del motore diventa prepotente, ogni 10 km/h in più di velocità aumenta in maniera esponenziale la sua voce, fino a diventare un qualcosa che si passa sotto pelle, e che ti spinge ad andare sempre oltre, a cercare di spostare un po' più in là il limite che hai appena raggiunto...

Veramente io volevo andare fino in fondo, e vedere fino a che punto si spingeva l'ago del tachigrafo, ma c'era un grande problema, a quelle velocità le piccole curve presenti su quel tratto autostradale erano una dietro l'altra, e anche pochi gradi di sterzata diventavano impegnativi, per uno come me che non era affatto abituato a quelle andature, ma la voglia, la bramosia di conoscere la velocità massima della mia moto era davvero tanta, per cui mi misi d'impegno e tentai ripetutamente quel picco famoso...

Avevo anche bisogno di tratti di autostrada con meno traffico possibile, ok per il fatto che viaggiavo costantemente in 3° corsia (sfido, quanti veicoli potevano viaggiare a quella velocità), ma se per caso a qualcuno fosse passato per la testa di venire nella mia corsia, dovevo avere sufficienti margini di tempo e spazio per poter decelerare senza grandi problemi, per cui aprivo a tutta potenza solo quando erano presenti davanti a me pochissime vetture, del resto eravamo in una stagione in cui non c'erano un gran traffico, anche se avrei avuto bisogno di un'autostrada completamente sgombra, per essere sicuro di non incrociare nessuno...

Partii con il 1° tentativo, 200, 210, 220, 230, poi una vettura in 3° corsia, frenata, lampeggio, e via con un altro tratto ventre a terra, stessa tiritera, stavolta fino a 240 e poco oltre, già a quella velocità era un inferno, sotto diversi punti di vista, perché c'era una tempesta di sensazioni e emozioni nella mia testa, ma era troppo bello viaggiare a quelle andature, tagliare l'aria in quella maniera era pari a una vera goduria, nel senso letterale del termine...

Continua...



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Sicuramente se fosse un inferno di velocità, per fortuna sei già un po' più sensato

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