La corrente che passa nei fili - 10° parte

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Immagine CC0 creative commons

Come lasciai il bagno, mi sentii rinascere, era come essermi liberato da un peso che rallentava enormemente, fino quasi a bloccarli, i miei movimenti, stavo bene, ma non bene, benissimo, con una rinnovata energia che non sapevo di avere in corpo, al punto tale che incominciai a lavorare con una velocità come se non ci fosse un domani, ero una trottola, ma una trottola estremamente precisa ma soprattutto determinata a finire quel lavoro quella notte stessa, a qualsiasi orari, con dei punti cardine, avrei guidato la vettura di mio padre a casa nostra, carica di tutti gli attrezzi da lavoro perché lì non saremmo più dovuti ritornare se non, eventualmente, per incassare dei soldi, e così effettivamente fu, non poteva essere diversamente, troppa era la mia frenesia, troppa era la mia voglia di mettere finalmente la parola fine a tutto quel casino che si era venuto a creare, a causa dei rallentamenti che avevamo subito in particolar modo nell'ultima settimana, causa motivi di forza maggiore...

Mio fratello mi guardava come se fossi un UFO, all'inizio farfugliava un qualcosa come se mi fossi drogato, anche se sapeva perfettamente che non avrei mai toccato nulla del genere nella mia vita, ma era solamente per testimoniare il fatto che sembravo pervaso da una forza di livello superiore, che mi spingeva a fare delle cose che fino a poco prima non erano neanche lontanamente preventivabili, da quanto era cambiata la musica...

Ultimammo gli ultimi lavori rimasti, un controllo, due controlli affinché nulla fosse lasciato al caso e che tutto andasse bene e fosse al punto e posto giusto, poi la raccolta e la sistemazione in macchina dei suoi attrezzi, verso le 3 accesi il motore della vettura di mio padre e mi diressi, il più velocemente possibile, verso il casello autostradale, traffico quasi inesistente, in meno di un'ora eravamo a casa, lui aveva dormito per larga parte del percorso di rientro, io sembravo fresco e riposato come una rosa, come se mi fossi appena svegliato da un sonno ristoratore di 10 ore consecutive, ero al settimo cielo perché eravamo riusciti a fare quella piccola impresa di ultimare quel lavoro maledetto che gli aveva cavato il fiato negli ultimi tempi, almeno una cosa, una volta tanto, era andata per il verso giusto...

Gli dissi di andare a riposare, che avrei pensato a tutto io, fece una blanda resistenza, poi si convinse e si incamminò verso il suo appartamento, non dovevo fare altro che rimuovere gli attrezzi dall'auto di mio padre e metterli nel garage, alla successiva e definitiva sistemazione avrebbe pensato lui domani mattina, quando era comodo per lui alzarsi, la mia sveglia sarebbe stata di lì a pochissime ore, giusto 2 o 3 al massimo, ma non mi importava nulla, non me ne fregava un cazzo, l'unica cosa che contava, in quel momento, era quello che eravamo riusciti a fare, finire il lavoro della gelateria, e poter staccare finalmente la spina e l'impegno mentale da quella problematica, che era inderogabilmente da risolvere senza ulteriori strascichi...

Continua...



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