Vita da bar - 18° puntata

Più delle parole, furono i fatti, almeno inizialmente, a parlare, mise il suo indice sinistro sulla mia bocca, per poi far scendere la mano sino ai miei pantaloncini, contemporanemente iniziammo a baciarci, negli ultimi tempi erano successe tante cose che mi avevano lasciato senza parole, questa fu un'altra di quelle, perché speravo, nei miei sogni più reconditi, di fare sesso con lei, ma un conto è sognare una cosa, un conto è farla realmente, una volta avviato il motore anch'io feci la mia parte, va bene fare l'invornito ma non fino in fondo, per cui la presi dolcemente tra le braccia, nel frattempo lei aveva liberato le parti direttamente interessate al rapporto e lentamente scese sul mio sesso fino a sedersi completamente sulle mie gambe, la tenni per qualche secondo ferma in quella posizione, continuando a baciarla e a sussurrarle parole dolci, finché la afferrai saldamente per le natiche e cominciammo in simultanea il caratteristico su e giù della penetrazione, la zona in cui eravamo era stata preventivamente scelta da lei, in quanto si era già fatta il film di come andasse a finire quell'incontro, e non aveva sbagliato nulla, perché aveva voluto, almeno inizialmente, prendersi gioco di me in quanto ero troppo buffo, a suo dire...

Quando l'emozione e il piacere si fecero più intensi e il godimento stava per esplodere, la bloccai giusto un attimo, lei comprese al volo sussurandomi all'orecchio semplicemente vai tranquillo (in seguito mi disse che prendeva la pillola), per cui controllai il movimento cercando di avere un orgasmo in simultanea, e centrai l'obiettivo, vederla inarcare la schiena mentre riversavo dentro di lei il culmine del mio piacere fu un'emozione incredibile, la tenni saldamente tra le braccia, rimanendo per diverso tempo così, lei seduta su di me, ansimante dal godimento appena toccato, la accarezzavo ovunque, gustandomi fino in fondo quel contatto prolungato il più possibile...

Quando tornammo sulla Terra, lei si ricompose un attimo, ma le chiesi di rimanere ancora un po' così, vestita dei panni dell'amore, ci adagiammo sui sedili ribaltabili della sua vettura, fuori ancora pioveva da matti, non c'era fretta, in fondo era poco che eravamo insieme, anche se il tempo si era dilatato e sembrava che tutto lì da sempre, ci gettammo addosso solamente quell'asciugamano malandrino, che avevo sommariamente utilizzato prima, nel frattempo mi ero riscaldato a dovere, per cui la accolsi più che volentieri tra le mie braccia, avevo la sua natica sinistra nella mia mano destra, perlustravo ciclicamente quella zona, una meraviglia, finché a un certo punto mi chiese come me la stessi passando...

Continua...