Che fatica.

Che fatica.

Domani rincomincia la scuola e tra i vari dubbi del caso dettati dalla situazione che tutti ben conosciamo, c'è un aspetto di ricongiunzione con la vita ' quasi normale ' che facevano prima i bambini.

Non so bene gli altri cos'abbiano fatto in queste vacanze di natale, ma la mia non ha visto nemmeno una bambina della sua età per giocare.

Nessuno è venuto a casa nostra e lei non è andata da nessuno.

Ovvimante anche le sue amiche strette hanno fatto lo stesso, a casa senza rapporti sociali.

La fortuna di alcuni è di avere delle sorelle o dei fratelli con i quali almeno picchiarsi un pochino tra una partita e l'altra alla play, ma i figli unici veramente sono stati tagliati fuori dai giochi, in tutti i sensi, per via ' precauzionale ' soprattutto visti gli aumenti dei casi delle ultime settimane.

Tra l'altro anche nei giorni di natale e capodanno siamo rimasti in intimità famigliare e pur volendo, io non ho fratelli e non ho sorelle ( mai voluti, per intenderci ) e mia moglie ha un fratello sposato ma senza figli, quindi anche la speranza di trovare per sbaglio qualche cuginetto qua e la svanisce nel nulla.

Si organizzano su Skype mia figlia e le sue amiche e fanno delle vere e proprie video conferenze per mostrarsi i giochi ed i regali di natale, manca Powerpoint e poi hanno tutte le carte in regola per poterla definire una call.

• scusi, faccia lei sulla caldaia... ho una call.

Fino a prima della pandemia sapevo di parlare con un dirigente... ora non più.

Però tra le altre cose, volenti i nolenti, stiamo creando una generazione di ' soli ', capaci di comunicare per lo più con gli schermi che con gli occhi.

Domani almeno per i bambini un po di normalità e di vita sociale comincerà a farsi strada di nuovo, almeno per quanto riguarda la scuola.

Anche perché con tutte le ore che fanno li e dopo i compiti che gli danno, anche senza pandemia rimaneva un cazzo di tempo per fare quello che volevano.

Dopo 20 giorni in mezzo ai vecchi, cambiare aria farà bene.

Noi ce l'abbiamo messa tutta per non farle pesare la situazione, ma abbiamo cervelli ' adulti ' e non stiamo al passo con tutti i giochi che un bambino vuole fare.

La solitudine credo che sia il male dei prossimi anni.
Le relazioni già spinte sul virtuale adesso hanno avuto il colpo di grazia.
Anche questa storia del metaverso mi lascia molto perplesso.

Una sorta di second Life 5.0 ma adottata da milioni di persone, dove ci si può incontrare direttamente senza uscire di casa.

Sarò vecchio, ma a me fa ribrezzo una cosa del genere.
Ai miei tempi si citofonava per chiedere ad un amico di uscire.
Scomodo si... ma a ripensarci aveva un sentimento la faccenda.
Prendere il giubbotto, prendere la bici, fare la strada e citofonare aveva un valore in tempo e fatica, per poi sentirsi dire.

• è uscito.

O peggio ( per lui più che altro ).

• non ha fatto i compiti non esce. È in punizione.

Poi coi telefonini la cosa si è un po semplificata, non che ai miei tempi non ci fossero i telefoni, ma molti avevano il lucchetto, per non fare telefonare i figli quando i genitori erano fuori casa per lavoro il pomeriggio.

I messaggi SMS, poi wazzap e i social per darsi appuntamento.
Ma almeno per fare una foto per instagram devi sbatterti ed uscire con qualche amico per andare in qualche posto figo a far vedere a tutti che la tua vita non è poi così di merda.

Se tutto questo adesso si sposta in un mondo virtuale...

Beh... ripartiremo a citofonarci sul metaverso.