La luna gialla di Kekununu - part 6

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Ksliron:
Terra di mezzo del Kekununu, a poche decine di chilometri dall’Ehtap.
Tnak e Xram appartenevano a 2 famiglie che lavoravano il ferro e il legno da generazioni. Entrambi, però, sognavano di spezzare la ruota della tradizione e dedicarsi ad altro. Tnak era molto devota al Dio Ollopax, dio dell’arte e della musica, lei che con l’arpa faceva magie e che dipingeva i paesaggi di Kekununu come nessun altra prima di lei a quell’età.
Xram era perdutamente innamorato di Tnak. Molto meno fantasioso e avventuroso di lei, trascorreva le giornate a imparare, con malavoglia, il mestiere di suo padre Menk. Da 340 anni a Ksliron nessuno forgiava spade e scudi come la famiglia Ruovak. Xram non aveva il fegato di ribellarsi a quella vita fatta di bollenti acque, arti feriti, lame affilate e duro lavoro. Era accondiscendete con suo padre e lavorava sodo ma appena terminato il lavoro accorreva dalla sua amata.
Solevano incontrarsi all’ombra dell’albero dei 7 cieli, cosi chiamato perché le foglie assumevano 7 colori diversi a seconda del colore del cielo. Divenivano rosa quando il cielo era terso, azzurre quando il cielo era funesto, bianche nelle giornate di nebbia, gialle nelle giornate uggiose, verdi nelle giornate di sole, viola nelle notti di Luna infuocata e marroni nelle giornate di neve.
Xram e Tnak si amavano alla follia. Avevano trovato rifugio all’ombra dell’albero dei 7 cieli e a pochi metri vi avevano costruito una sorta di santuario del loro amore. Una piccola botola ricoperta da foglie all’interno della quale erano riusciti a costruire una sorta di letto dove facevano l’amore ogni volta che potevano, al riparo da occhi indiscreti.
Le foglie erano bianche quella sera e di li a poco più di 2 giorni sarebbero diventate viola.
I 2 innamorati si accoccolarono nel loro rifugio per ore, discutendo, amoreggiando e fantasticando. Lasciarono socchiudere la botola come spesso facevano visto che essa era costruita con tronchetti di vetro morbido e foglie di lino e permettevano il passaggio d’aria all’interno del rifugio.
Era quasi notte fonda quando decisero di rincasare. Aprirono la botola ed intorno a loro nulla era come l’avevano lasciato.
Le colline aride che sorgevano ad est non c’erano più.
In sottofondo dei sussurri indistinguibili.
La botola era stata soppiantata da un tunnel senza entrata.
Sullo sfondo un recinto di rose grigie sulle quali si adagiavano dei piccoli orsi rossi e delle minuscole tigri senza strisce.
Le rocce di vetro che circondavano l’albero dei 7 cieli erano sparite.
L’albero stesso era scomparso.
Intorno a loro un tappeto di pelli di animale che mai avevano visto, sulla loro testa un cielo di un colore che mai avevano ammirato, la luna gialla era sparita ed il cielo era privo di quel riferimento che da sempre era rimasto fisso nei cieli di Kekununu.
Erano loro a trovarsi di fronte ad un paesaggio nuovo o il mondo che avevano conosciuto da tutta la vita aveva di colpo smesso di esistere?



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