L'infelicità di Albano

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E ci mancava solo lui alla lunga schiera di imprenditori showman, o imprenditori presi in prestito dallo spettacolo. Albano si lamenta perché non trova braccianti per le sue aziende agricole. La causa?

Immaginate un po'... il famelico Reddito di Cittadinanza.

E quanto ha scassato le palle a questi? Manco l'aglio per i vampiri poté così tanto. Oramai il copione è sempre quello. Che barba che noia, che noia che barba.

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Non trovano i braccianti extra-comunitari, apprendisti di povere origini, giovani studenti alla canna del gas per i lavoretti estivi. La causa è che questi hanno una valida alternativa, il reddito di cittadinanza.

Ovvero 780 euro nel migliore dei casi, sempre che poi si riesca a stare dentro i parametri dell'ISEE. Ovviamente al netto di taroccamenti vari che però come indicano le cronache, gli organi inquirenti sono piuttosto attenti alla questione.

Quindi possiamo prendere come cifra matematica, 780 euro come parametro di base per un ragionamento molto semplice. Infatti, anche Albano come Borghese, Briatore e la lunga schiera di accusatori, si è ben guardata dal presentare la seconda parte del discorso. Cioè quanto offrono per lavorare da loro?!

La cifra non è nota ma appunto si può desumere. Se l'offerta lavorativa è vicina ai 780 euro, è evidente per pura logica che non trovino l'incontro tra domanda e offerta. Magari pure lavorando anche i week-end, sotto il sole con turni massacranti.

Qualche anno fa avevo fatto un post sui food rider. Chiedevo secondo voi quanto vorreste essere pagati per quel lavoro. Stessa cosa si può fare qui, fare il bracciante sui campi, sotto il sole, per quale salario sareste disposti ad affrontare questo lavoro?

Sarebbe interessante conoscere gli stipendi dei tempi d'oro, quando i braccianti non erano un problema imprenditoriale. Quale era la cifra che spuntavano? Presumibilmente sotto i 780 euro...

La felicità imprenditoriale, un bicchiere di vino con un panino, se tutto va bene era il benefit per qualche poveraccio all'ombra del filare di qualche vigneto.

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Diciamo che in Italia (ma non solo, fidiamoci) il lavoro del bracciante è culturalmente denigrato. Se eri un bracciante ai tempi di mio nonno, non eri nessuno. Eri carne da macello che il padrone poteva prendere, buttare e sfruttare come uno schiavo senza il benchè minimo diritto. Non valevi nulla e la peggio cosa, la tua famiglia non valeva nulla e poteva essere calpestata impunemente. Ed eri pagato una miseria (mi spiace che non ti so quantificare lo stipendio di un bracciante dei tempi di mio nonno, ma mia madre mi raccontava che il suo stipendio era tra i più bassi del paese). Se questi novelli imprenditori poi fossero pure negrieri che pretendono lavoratori praticamente aggratiss, ma chi è quello scemo che non preferisce il reddito di fannullanza? Prima dell'avvento di quest'ultimo, in ogni caso gli studenti piemontesi si sarebbero presentati a frotte (dai miei ex lidi è un tratto culturale che perfino i figli di famiglie benestanti, anzi specialmente loro, erano indotti a guadagnarsi quanto gli serviva per pagarsi gli studi).

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si ma lo scrivi tu stesso che c'è un paradosso. Vogliono lavoratori da pagare a nero e se possibile pure gratis. Ma poi mi dici che prima del RDC gli studenti andavano a lavorare. Quindi andavano a farsi sfruttare? Oppure prima li pagavano almeno un minimo decente? Ma secondo me non è nemmeno questo il problema.
Io penso che il lavoro vada pagato, e questo tipo di comportamento imprenditoriale mina proprio quel paradigma, e non a caso. Si era arrivati al punto che l'imprenditore che assumeva faceva un favore, quindi dovevi lavorare gratis facendo straordinari obbligatori, mentre la paga era quella base. Una sorta di sudditanza psicologia che stava diventando diffusa e sommessamente accettata. Se questi imprenditori strillano contro il RDC vuol dire che sta funzionando. Magari sarà perfettibile, però sta funzionando.

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Certo che c'è un paradosso. Ti spiego cosa facevano gli studenti piemontesi ai miei tempi di prima laurea: poichè la Padania dell'estremo ovest è il regno de vin, a settembre c'è l'immancabile vendemmia. Oltre che un lavoretto per pagarsi i libri o le tasse universitarie dell'anno in corso, è una specie di tradizione. Sfortunatamente non so dire a quanto ammontasse la paga, ma per misera che fosse, gli studenti piemontesi si disponevano e ti dico perchè. Già girava la filosofia della presa per il didietro che l'imprenditore faceva un favore ad assumere giovinetti e giovinette e questi dovevano magari lavorare pure gratis perchè gli veniva permesso di farsi l'esperienza che poi gli sarebbe servita per il futuro e i genitori stessi incoraggiavano i pargoli perchè ingenuamente convinti che avrebbero acquistato sufficienti referenze per il futuro, quando un'azienda li avrebbe assunti con uno stipendio vero. Ti dirò però la verità quella vera e cioè che già allora, anni novanta, quando frequentavo ancora le magistrali, che questa cavolo di storiella non me la bevevo e se non ricordo male, il mio sesto senso mi costava litigate con mia madre, ingenuamente convinta della bontà del prossimo che avrebbe certo attribuito valore all'esperienza non pagata perchè ai suoi tempi si faceva davvero così). Ora nessuno più se la beve, tranne la vecchia guardia, forse.

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Ah in Piemonte stavano messi peggio di noi. Qui sul collio non mi risultano queste storie, anzi ci andavano per lo più i pensionati ma perché non avevano un tubo da fare. E comunque erano pagati, oggi penso ci vanno solo gli extracomunitari, ma forse manco quelli perché ci stanno le macchine.

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Puoi dirlo forte. Mai dare retta ai pietosissimi media pilotati dai politici che ci hanno fatto credere per decenni la fregnaccia del nord = ricchezza vs. sud = povertà (ok, ok, ci sono davvero paeselli meridionali nella miseria, ma il nordovest ti assicuro che non è da meno, con l'aggravante che nel nordovest spendi cinque volte di più). Il Piemonte è tra le regioni piú in ginocchio di tutte sin dagli anni novanta (ops, mentre ti stavo rispondendo hanno bussato al portone: m'è arrivato un plico del Consolato per votare per il referendum e già vedo che vogliono l'abrogazione delle poche leggi decenti che ancora esistono, fatta eccezione per la separazione delle carriere dei magistrati).
Per poi non parlare della cultura del nord Italia, tornando al discorso di prima, secondo la quale, mediamente, un pargolo che studia soltanto e non lavora deve essere per forza un parassita sociale. Poco fa stavo giusto finendo di dire a un ragazzo del mio gruppo WowApp che ci sono regioni italiane messe meglio di altre.

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Per me è un errore solo dare la speranza che sia possibile ammazzare il RDC. Così facendo fanno venire a mancare la forza della legge. Quella parte di avvoltoi che vogliono sfruttare i dipendenti offrendo paga bassa stanno prendendo tempo ad assumere arrangiandosi ed aspettando che la misura venga tolta. Ed in quel momento offriranno paghe ancora più basse favorite dal lavoro diventato sempre più precario dovuto anche a dei provvedimenti assurdi in materia del lavoro presentati come innovativi ma che poi si sono rivelati utili solo a spingere la società ad uno stato pre-medioevale in Italia e guarda caso proprio quelle parti propongono di toglierlo allora cosa devo pensare che la loro sia una strategia volta a favorire lo sfruttamento dei lavoratori. Personalmente ieri ho ricevuto un'offerta di lavoro di 500€ per 40 ore per un lavoro da segretario e che ci faccio con questa miseria? E stiamo alla ennesima che ho ricevuto.

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Ieri ho visto uno spezzone dove la Santanché diceva ad un percettore di RDC che non essendo nobile per lui prendere soldi dei contribuenti, in particolare davanti ai suoi figli, era meglio che il RDC fosse abolito. Lui gli ha risposto che sono decenni che lei prende soldi dei contribuenti come parlamentare... siamo alla follia oramai.

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