Against privacy [IT-EN]

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Against privacy [IT-EN]

Image by torstensimon from Pixabay

Sono stato stimolato a scrivere questo post dopo i vari interventi, nei commenti, a questo mio post

Presentavo un nuovo social: Torum, dove ho creato anche un "Clan", come si chiamamno su Torum, per "Olio di Balena", (ne esiste già uno per Hive): Olio di Balena

Torum, per farvi accedere, chiede una mail e un numero di cellulare, il che ha scatenato tutta una serie di considerazioni, alle quali ha risposto anche direttamente uno dei fondatori, che ha un account su Hive: @torum

Volevo rispondere in un commento, alla fine ho deciso di fare questo post.

Faccio qualche riflessione sull'argomento privacy, che ho affrontato varie volte in vari post, per fare un discorso un filino controcorrente.
Io sono contrario a qualunque forma di privacy di qualunque tipo, sono per una società trasparente al 100%.
Il singolo, noi comuni mortali, viviamo già in una società dove la privacy non esiste praticamente più.
In quella piccola percentuale che ancora esiste, quel poco di dati che ancora sono, non veramente privati, ma un pochino più difficili da reperire, sta il valore di questi dati.
Se rendiamo pubblici a tutti anche questi pochi dati, allora ogni nostro dato perde un qualunque valore.
Il punto è che le grandi aziende già sanno tutto di noi, possono acquisire dati, dalla nostra posizione, dalle nostre carte di credito, dalla nostra voce, anche solo dal tono della nostra voce, dalle persone che frequentiamo, cioè che si trovano nelle nostre vicinanze.

Per evitare qualunque tipo di tracciamento dovremmo vivere nel rifugio della foto, senza cellulare, senza nessun tipo di utenza (no luce, no gas, no acqua, no telefono né fisso né mobile, no computer, no tv, etc.), non dovremmo avere contatti con altre persone, frequentare luoghi pubblici di qualunque tipo, e per pubblici intendo ovunque, visto che le telecamere pubbliche o private sono praticamente onnipresenti, nè permettere a chiunque di farci fotografie o di registrare la nostra voce; dovremmo stare attenti ad uscire dal rifugio perché potremmo essere ripresi dai satelliti, dagli aerei che fanno rilevazioni a terra, dagli elicotteri di televisioni e forze dell'ordine (carabinieri, polizia, etc.) e da una googlecar che si è persa nella campagna.

Tempo fa ho lasciato un appartamento che avevo in affitto, dopo due giorni è entrata la nuova inquilina, il giorno stesso facebook me l'ha proposta come possibile amicizia da aggiungere, non l'ho mai vista in vita mia, nessuna persona in comune, nulla che potesse metterci in collegamento tranne il fatto che i nostri cellulari hanno avuto la stessa posizione nello spazio, anche se non nel tempo.
Facebook non ha il mio numero di telefono, periodicamente me lo chiede, ma lo fa giusto per fare finta di non saperlo già.

Quindi a cosa serve la privacy?
Serve esclusivamente a tutelare facebook da me e da tutti noi, non certo il contrario.
Dico facebook per dire qualunque azienda, i nostri dati sono alla portata di qualunque azienda anche medio-piccola, i piccoli devono pagare, i grandi acquisiscono e vendono, risultato: trasparenza totale.

Ma noi sappiamo tutto di queste aziende?
Assolutamente no, noi non abbiamo gli strumenti e il denaro per sapere tutto di loro, ecco perché io sono per l'eliminazione totale della privacy, voglio che tutti sappiano tutto di tutti, per rendere paritetica la situazione che ora è decisamente sbilanciata.
Come si può ottenere?
Rivelare i propri dati a tutti li rende molto meno appetibili per le grandi aziende, maggiore è la quantità di dati liberamente fruibili da tutti minore è il loro valore commerciale.

Il secondo step è fare pressione sui governi per ottenere l'assoluta trasparenza anche delle società, eliminare il diritto di sfruttamento commerciale e l'obbligo di pubblicizzazione di qualunque dato o azione delle aziende pubbliche e private.

In realtà i segreti industriali stessi, al giorno d'oggi, non è che siano così segreti, quindi sarebbe solo un piccolo step anche questo, è vero che io personalmente so ben poco di cosa fa una grande azienda, ma i suoi concorrenti sanno quasi tutto e copiano tutto il copiabile già ora, solo che lo fanno senza pagare nulla, perché essendo vietato, viene fatto ma non detto.

Anche in questo caso, alla fine, chi ha speso soldi per un certo brevetto non è molto tutelato, lo sarebbe di più, a mio avviso se lo sfruttamento commerciale del brevetto fosse aperto a tutti, pagando però i diritti all'autore.
Volendo tenersi l'esclusiva dello sfruttamento commerciale, alla fine gli autori non si prendono nemmeno le royalties sull'idea, vengono copiati e chi s'è visto s'è visto.

I was stimulated to write this post after the various interventions, in the comments, to this my post

I presented a new social network: Torum, where I also created a "Clan", as they are called on Torum, for "Olio di balena", (ne one already exists for Hive): Olio di balena

Torum, to log you in, asks for an email and a mobile number, which triggered a whole series of considerations, to which also replied directly one of the founders, who has an account on Hive: @torum

I wanted to answer in a comment, I finally decided to do this post.

I do some reflections on the subject of privacy, which I have dealt with several times in various posts, to make a speech a little bit counter-current.
I am against any form of privacy of any kind, I am for a 100% transparent company.
The individual, we mere mortals, already live in a society where privacy practically no longer exists.
In that small percentage that still exists, what little data that still is, not really private, but a little more difficult to find, lies the value of this data.
If we make even these few data public to everyone, then all our data loses any value.
The point is that large companies already know everything about us, they can acquire data, from our position, from our credit cards, from our voice, even just from the tone of our voice, from the people we hang out with. , that is, that are in our vicinity.

To avoid any type of tracking, we should live in the shelter of the photo, without a mobile phone, without any type of user (no electricity, no gas, no water, no landline or mobile phone, no computer, no TV, etc.), we should not have contact with other people, attend public places of any kind, and by public I mean everywhere, since public or private cameras are practically omnipresent, nor allow anyone to take pictures or record our voice; we should be careful to get out of the shelter because we could be caught by satellites, by planes making ground surveys, by television and law enforcement helicopters (carabinieri, police, etc.) and by a googlecar that got lost in the countryside.

Some time ago I left an apartment I had rented, after two days the new tenant came in, the same day facebook proposed her to me as a possible friendship to add, I've never seen her in my life, no common person, nothing that could connect us except the fact that our phones have had the same position in space, although not in time.
Facebook doesn't have my phone number, it periodically asks me, but it does it just to pretend it doesn't already know.

So what is privacy for?
It serves exclusively to protect facebook from me and all of us, certainly not the other way around.
I say facebook to say any company, our data is within the reach of any company, even small-medium ones, the small ones have to pay, the big ones buy and sell, the result: total transparency.

But do we know everything about these companies?
Absolutely not, we don't have the tools and the money to know everything about them, that's why I am for the total elimination of privacy, I want everyone to know everything about everyone, to equalize the situation that is now decidedly unbalanced.
How can this be achieved?
Revealing your data to everyone makes them much less attractive for large companies, the greater the amount of data freely usable by all, the lower their commercial value.

The second step is to put pressure on governments to obtain absolute transparency also for companies, eliminate the right of commercial exploitation and the obligation to publicize any data or action of public and private companies.

In reality, the industrial secrets themselves, nowadays, are not that secret, so this would be just a small step too, it is true that I personally know very little about what a large company does, but its competitors almost know. everything and copy everything that can be copied already now, only they do it without paying anything, because being forbidden, it is done but not said.

Even in this case, in the end, those who have spent money on a certain patent are not very protected, they would be more protected, in my opinion if the commercial exploitation of the patent were open to everyone, but paying the copyright.
Wanting to keep the exclusivity of commercial exploitation, in the end the authors do not even take royalties on the idea, they are copied and whoever has seen has seen.



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Un ragionamento il tuo, @ilnegro, un po' contraddittorio, se mi permetti.

Dici di appoggiare l'eliminazione della privacy e su questo sono anche d'accordo. Amo le crittovalute, il bitcoin in particolare, proprio per questo: garantiscono in realtà assoluta trasparenza e non l'anonimato come all'opinione pubblica vien fatto credere, a scopo denigratorio, alludendo che ciò favorisca l'illegalità. In realtà se si usasse bitcoin per tutte le transazioni economiche (ok, al momento non è neanche tecnicamente possibile farlo, ma questo è un altro discorso) sparirebbero tutti i reati a sfondo economico a partire dalla corruzione: semplicemente perché tutte le operazioni sarebbero tracciabili.

Sono d'accordo con te che la privacy è lo scudo di molte aziende e soprattutto degli Stati contro i cittadini. Mi piacerebbe cedere tutte le informazioni che mi riguardano in cambio di poter aver accesso a quelle di tutti gli altri, soprattutto di chi ricopre ruoli dirigenziali, che siano economici, politici o tecnico-scientifici.

Sono convinto sparirebbero anche molti dei mali della società, a cominciare da quelli che si basano sull'ipocrisia, che considero esser oggi alla base di tanti disastri umani.

Quindi se questo fosse possibile sarei pienamente d'accordo con te. Ma, ... ma sappiamo bene che questo non è possibile, non tanto dal punto di vista tecnico, ma da quello sociale, perché la gran parte delle persone non lo accetterebbe, abbeverata com'è all'informazione manipolata che racconta una realtà diversa. Le crittovalute al riguardo offriranno un aiuto sostanziale ma ci vorrà ancora molto molto tempo. E nel frattempo?

Nel frattempo mi ostino a difendere i miei dati personali, quelli più riservati. L'email non è, secondo me, un dato personale (una persona può facilmente avere decine di email, anche usa e getta, senza rivelare la sua identità) come invece sostiene la legge. Il numero di telefono invece si. E non voglio esser disturbato telefonicamente da migliaia di soggetti con gli scopi più stravaganti. A questo proposito ad esempio trovo ai limiti del criminale, per me un po' oltre, la linea adottata da Facebook con il suo Messenger che permette a chiunque di chiamarti sullo smartphone. Ora per me questa è solo una seccatura, ma per alcune persone diventa una persecuzione. Mia moglie e mia nipote ricevono chiamate a tutte le ore, della notte e del giorno da persone che "vogliono solo conoscerle". Certo si può eliminare Messenger, ma oramai è anch'esso diventato uno strumento di lavoro, e pertanto avverrebbe a danno della vittima e non del persecutore, il ché non mi sembra equo, quando invece basterebbe permettere di filtrare le chiamate ricevibili, tecnicamente realizzabile con molta facilità.

Tu dici che le grandi aziende sanno tutto di noi, perché hanno le risorse economiche per farlo mentre noi non possiamo saper nulla di loro perché non disponiamo delle stesse risorse. Vero! Innanzi tutto però apro una parentesi per dirti che Facebook ha il tuo numero e glielo hai fornito tu, nel momento in cui usi Messenger e Whatsapp, e l'hai autorizzato, magari inconsapevolmente ma questo è un problema dell'utente, in cambio dell'uso gratuito di quelle app. Inoltre Facebook ora richiede il numero di cellulare per registrarsi, esattamente la critica che rivolgevo a Torum. Il problema è che per lavoro Facebook devo usarlo, e quindi sono costretto a fornirlo, ma agli no.

Ma tornando al punto, come dicevo, vero quel che dici, ma son vere anche altre due cose:

  1. finché la legge vieta certe pratiche almeno le aziende che le adottano sono penalmente ed economicamente perseguibili. Le aziende ricevono miliardi di sanzioni annualmente, ma son sempre troppo poche rispetto al profitto che traggono dal violare la legge. Semmai alzerei le pene dal punto di vista penale nei confronti di chi le adotta. E saper che i soldi delle multe finiscono agli Stati che spesso sono complici non mi è di sollievo. Andrebbero invece distribuite alle vittime che hanno subito l'abuso, ma anche questa è utopia.

  2. ci sarebbe un'analoga asimmetria a quella che descrivi fra utente e azienda. Per l'azienda disporre dei miei dati personali ha un ritorno economico perché ha le risorse per metterli a frutto, mentre per l'utente generico viceversa aver tutti i dati di tutte le aziende è del tutto inutile e comunque non disporrebbe dei mezzi per trattarli e ricavarne profitto od altra utilità.

Per quanto riguarda la questione brevetti alla fine scrivi:

Anche in questo caso, alla fine, chi ha speso soldi per un certo brevetto non è molto tutelato, lo sarebbe di più, a mio avviso se lo sfruttamento commerciale del brevetto fosse aperto a tutti, pagando però i diritti all'autore.
Volendo tenersi l'esclusiva dello sfruttamento commerciale, alla fine gli autori non si prendono nemmeno le royalties sull'idea, vengono copiati e chi s'è visto s'è visto.

E' già così. Il brevetto, serve proprio a questo. A riconoscere la proprietà di un'idea ed a permettere al titolare di questa proprietà la possibilità di pretendere il pagamento per l'uso. Se non esistesse il brevetto l'azienda X potrebbe usare l'idea dell'azienda Y senza che questa possa pretendere alcunché. Perché quindi l'azienda X dovrebbe pagare per avere una cosa che potrebbe ottenere gratis.

Concludo convenendo che anche secondo me il sistema brevettuale oggi produca più danni che benefici.

In sostanza condivido le tue osservazioni nel merito ma non le motivazioni che adduci che secondo me son fuorvianti e non difendibili.

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La legge, attualmente non solo tutela il brevetto e il diritto d'autore, ma tutela anche la commercializzazione.
Ad esempio se io ho i diritti di un libro, posso decidere di NON stamparlo e NON metterlo online e impedire a chiunque di farlo (diritto di commercializzazione) anche se chi vuole farlo è disposto a pagarmi i diritti d'autore.
Questa è un'assurdità che fa sì che tutti si sentano legittimati a diffondere ed utilizzare qualunque cosa, perché si sono mischiate due cose ben diverse.
Chiunque, a mio parere, può fare una sua versione di quel libro e commercializzarla come meglio crede, a patto che paghi i diritti all'autore.
Ma lo stesso vale per una medicina, per un brevetto etc.
Una vera assurdità.
Questa assurdità genera, ad esempio, la pratica delle grandi aziende di comprare i brevetti di qualunque tipo che possono mettersi in competizione con un loro prodotto e, semplicemente, chiudere il brevetto in un cassetto, rallentando il più possibile il progresso.
Quando sono soddisfatti dei guadagni avuti con una tecnologia che sarebbe stata resa obsoleta da un brevetto che hanno comprato, lo tirano fuori dal cassetto e lo usano.
Per quanto riguarda libri, musica e film questa tecnica viene usata spesso come un metodo di censura, c'è un libro che non ti piace, ne compri i diritti e non lo pubblichi e nessun altro può farlo, fino a che non scadono i diritti d'autore.

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Hai ragione, infatti avevo scritto

Concludo convenendo che anche secondo me il sistema brevettuale oggi produca più danni che benefici.

pensando proprio a questo. Secondo me i brevetti ed ancor più il diritto d'autore non hanno ragion d'esistere, se non per periodi strettissimi, misurabili in giorni o al massimo, restrittivamente per alcuni ambiti, in pochi mesi.

Ma la soluzione è, secondo me, l'eliminazione del brevetto tout court o appunto una pesantissima limitazione temporale ad esso.

Proporre che

lo sfruttamento commerciale del brevetto fosse aperto a tutti, pagando però i diritti all'autore

che ora ho compreso meglio cosa intendessi dire, non risolve il problema. Chi decide l'entità del diritto d'autore? Se a deciderla è il titolare si è punto e capo. Se io titolare della macchinetta a pedali che sposta l'aria voglio impedire a te di produrla fisso un valore estremamente alto che ne metterebbe fuori mercato l'utilità a produrla e saremmo nella stessa identica situazione. Se invece è un'entità esterna a deciderlo sarebbe di fatto l'apertura di una via di abusi di altro genere e di si aprire la strada all'esproprio.

Per come la vedo io: hai un'idea che non vuoi che ti venga copiata? Tienitela per te. La rendi nota in qualche modo? Diventa patrimonio pubblico come lo sono la ruota ed i numeri a partire dai quali sicuramente la tua idea parte ;) Nel contempo se te la tieni segreta e rinunci ad utilizzarla pienamente non impedisci ad altri di giungere alle stesse conclusioni identiche o simili in tempi successivi e quindi non fermi il progresso, perché se ci sei arrivato tu, magari domani ci può arrivare qualcun altro e non hai nessun diritto di impedirglielo.

Ma son anche convinto di un'altra cosa: la storia dei brevetti si concluderà presto. Non appena si renderà evidente che la principale potenza mondiale che finora si è avvalsa di questo regime perderà il dominio sulla proprietà della maggioranza dei brevetti che vengono registrati. Sta già avvenendo. Questa realtà deve solo consolidarsi dimostrando di esser diventata irreversibile e vedrai che in un batter d'occhio in nome "dell'interesse della collettività" il regime brevettuale subirà ampie modifiche se non addirittura l'azzeramento. In guerra quando l'esito della battaglia induce ad una ritirata precipitosa si distruggono le proprie armi per non lasciarle al nemico. ;)

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(Edited)

Non sono per nulla d'accordo su quello che scrivi.

Prima di tutto in che modo sarebbero resi pubblici i dati? Da un'azienda privata o dallo stato? In più i dati privati sono privati per un motivo: c'è un qualcosa di prezioso da proteggere, che siano oggetti o pensieri. Mi chiedo come può funzionare un sistema economico con tutti che allo stesso tempo sanno tutto dei propri concorrenti. Non ci sarebbe alcun motivo per innovare se tutto quello che sviluppo passasse immediatamente in mano al mio concorrente, gratis. Allo stesso modo un sistema in cui il video delle telecamere è pubblico non offre nessun vantaggio rispetto ad uno segreto, anzi offri soltanto informazioni ai potenziali ladri che prima non avrebbero avuto e senza alcun vantaggio, dato che avresti avuto accesso lo stesso alle immagini, privatamente.

Quello che proponi è un sistema che non può reggere considerati anche gli squilibri di forze in campo. Il sistema deve garantire la trasparenza valga per tutti, senza eccezioni, ma questo è impensabile per una società di persone, che sono fallaci per natura. Se io singolo infrangessi la regola di rendere ogni cosa pubblica sarei castigato immediatamente, mentre un'azienda grande e influente, magari corrompendo chi è incaricato della pubblicazione, potrebbe senza grossi problemi impedire che alcuni dati diventassero pubblici.

In conclusione si aumenterebbe ancora di più lo squilbrio di forze, generando un mondo distopico in cui i forti sono ancora più forti e i deboli sempre più impossibilitati a reagire.

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