Una sera Luca scende a buttare la spazzatura, ma quando cerca di rientrare nella sua casa, al 20° piano di un palazzone di periferia, scopre che nel suo appartamento ci abita un'altra persona e che la sua vita, come era fino a qualche momento prima, non esiste più. Cominciano da questo momento per Luca nuove ed inaspettate avventure che si mischiano ai ricordi della sua vecchia vita.

L'albergo

Mi venne incontro e mi disse: “Noi ora andiamo a lavoro. Tu vai via. Non tornare qui, capito?”
Si esprimeva sempre in un ottimo italiano, poi finiva ogni frase sempre con “capito”, forse mi considerava un demente, un ritardato.
Di certo non pensava fossi furbo, altrimenti mi avrebbe ammazzato la sera prima. Avevo avuto in regalo la vita, un pasto caldo e un materasso lercio sul quale dormire solo per via del fatto che Amico aveva deciso che ero troppo stupido o rincoglionito per costituire un pericolo.
Questo andava bene per quella notte. Per la notte successiva l'albergo era tutto prenotato e dovevo trovarmi un'altra sistemazione, all'altezza delle mie finanze naturalmente.
Non era così facile, pensai. In ogni caso quella di Amico non era una materia di discussione, era un ordine. Se mi avesse trovato di nuovo lì tornando dal lavoro, non potevo più dire che non sapevo che l'albergo era al completo.
“Capito.” fu tutto quello che gli dissi.
Non presi nemmeno il the che mi venne offerto, presi il mio borsone pieno di vestiti e me ne andai. Fuori c'era un freddo pungente, era l'alba, ripresi la direzione da dove ero arrivato la sera prima, molto più facilmente alla luce caliginosa di un sole freddo.
Dopo pochi minuti ero di nuovo sulla via principale dove passavano già i primi tram della mattina.
Mi fermai sotto la pensilina ad aspettare il tram che andava verso il centro, poco dopo arrivarono tre dei miei compagni di stanza, fecero finta di non conoscermi, degnandomi appena di uno sguardo.
Salimmo sullo stesso tram, io mi misi in fondo, loro il più lontano possibile da dove mi ero seduto io. Non sapevo con precisione la mia meta, poi pensai che loro stavano andando al lavoro. Potevo fare la stessa cosa anche io.
Non nutrivo in realtà molte speranze di trovare persone conosciute ma non avevo niente di meglio da fare e tentare di scovare qualcuno della mia ditta, qualcuno dei miei colleghi, mi avrebbe fatto passare la mattinata mentre pensavo alla cosa più importante: dove andare a dormire la prossima notte.

...continua

One evening Luca goes down to take out the garbage, but when he tries to return to his house, on the 20th floor of a suburban building, he discovers that another person lives in his apartment and that his life, as it was until some moment before, it no longer exists. From this moment on, new and unexpected adventures begin for Luca, which mix with the memories of his old life.

The hotel

He came up to me and said: “We are now going to work. You go away. Don't come back here, understand?"
He always expressed himself in excellent Italian, then always ended each sentence with "understood", perhaps he considered me a demented person, a retard.
He certainly didn't think I was smart, otherwise he would have killed me the night before. I had been given life as a gift, a hot meal and a filthy mattress to sleep on only because Friend had decided I was too stupid or stoned to be a danger.
This was fine for that night. For the next night the hotel was fully booked and I had to find another accommodation, which was up to my finances of course.
It wasn't that easy, I thought. In any case, that of Amico was not a matter of discussion, it was an order. If he found me there again on the way home from work, I could no longer say that I didn't know the hotel was fully booked.
"I got it." was all I told him.
I didn't even take the tea that was offered to me, I took my bag full of clothes and left. It was bitterly cold outside, it was dawn, I resumed the direction I had come from the night before, much more easily in the hazy light of a cold sun.
After a few minutes I was back on the main street where the first trams of the morning were already passing.
I stopped under the shelter to wait for the tram that went towards the center, shortly after three of my roommates arrived, they pretended not to know me, barely deigning to a glance.
We got on the same tram, I went to the back, them as far as possible from where I was sitting. I didn't know my exact destination, then I thought they were on their way to work. I could do the same thing too.
I didn't really have much hope of finding people I knew but I had nothing better to do and trying to find someone from my company, some of my colleagues, would have made me spend the morning thinking about the most important thing: where to go to sleep next night.

...continua