Mi toccherà dirglielo... 32° puntata

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Immagine CC0 creative commons

"Insomma hai tutta sta passione per l'uccello...", disse Bruno alla ragazza, mentre glielo prendeva dolcemente in mano per insaponarlo...

"Certo, mi piace da matti, ma ti sembra strano??"

"No, tutto sommato no, anche se non avrei mai pensato che fossi così porca e disinibita..."

"Vedi, ho avuto una vita abbastanza strana, ho scoperto il sesso all'università, quando ho avuto il primo rapporto completo con un ragazzo, un mio coetaneo, anche se il pisellino di mio cugino l'ho accarezzato a dodici anni, avevo anche voglia di prenderlo in bocca ma lui aveva paura, non voleva, poi un lungo digiuno, certo, qualche pensiero, qualche palpatina di tanto in tanto, ma nulla di più, complice mio padre che mi rompeva costantemente le uova nel paniere, pace all'anima sua, non era una cattiva persona, a modo suo era pure buono, ma ero l'ultima di 4 fratelli, l'unica femminuccia, ed era esageratamente protettivo nei miei confronti, al punto tale che faceva immediatamente il quarto grado a qualsiasi ragazzo mi si avvicinasse, bastava che lo vedesse per la seconda volta in mia compagnia, anche semplicemente a passeggiare per strada, che si intrometteva all'istante in qualsiasi cosa stessimo facendo, ripeto, qualsiasi, in un'ottica del genere figuriamoci cosa può pensare un ragazzo, come vedeva l'andazzo si allontanava immediatamente, quando stavo frequentando l'ultimo anno delle superiori si ammalò, a certe età il cancro fa impressione, da quanto velocemente si riproduce, sei mesi e se l'è portato via, 49 anni, non è mai l'ora di morire, ma 49 anni sono davvero pochi..."

Una piccola pausa, un pianto appena soffocato, poi il racconto riprese, con tono dolce e pacato, mentre la pulizia del membro era ormai terminata, asciugò la verga ancora in buono stato di forma, poi, con movenze sempre aggraziate ed eleganti, si appoggiò a sua volta sul bidet, invitando Bruno a fare altrettanto con lei...

"Arrivai all'università, ero in un periodo molto movimentato, era trascorso meno di un anno dalla morte di mio padre, stavo godendo di una libertà che non avevo mai conosciuto in precedenza, rafforzata dalla lontananza dalla mia famiglia d'origine, in quanto potevo permettermi di affittare una camera nella nuova città dei miei studi, finché non incominciai, dopo un paio di mesi, a stringere le amicizie, in particolari con un ragazzo, anche lui moro come te, me lo ricordi vagamente, anche se tu, caro Bruno, sei favoloso, ti anticipo che farò di tutto per cercare di farti innamorare di me, perché mi piaci davvero troppo, ritornando al racconto, questo giovanotto, che si chiamava Riccardo, giocava anche lui a calcio, ogni tanto le buscava di brutto, perché era un attaccante puro, non rammento bene se centravanti o ala, non sono espertissima di pallone, dopo aver seguito qualche sua partita di campionato, un tardo pomeriggio lo aiutai a rientrare nel suo appartamento, aveva preso una contrattura nella zona inguinale, zoppicava vistosamente, mi offrì di portargli la borsa, anche se non voleva, e di dargli una spalla sulla quale appoggiarsi saltuariamente, quando il dolore aumentava, alla fine ci siamo riusciti, a raggiungere il suo letto, era ancora sofferente quando mi proposi di aiutarlo a mettersi in libertà, non ebbe esitazioni, mi fece fare quello che mi sentivo di fare, si distese sul letto e sollevando leggermente il bacino agevolò l'abbassamento dei pantaloni della tuta, ma afferrandone l'elastico, mano a mano che scendeva, vedevo apparire sempre più pelo pubico, finché non spuntò la cappella, alzai lo sguardo verso il suo viso, con un sorrisetto malizioso mi disse che si era dimenticato le mutande, io non mi scomposi, ricambiai lo sguardo con l'espressione più spudorata che potessi, e ripresi ad abbassare l'indumento, pochi secondi e un discreto uccello era completamente esposto alla mia visione..."

Continua...



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@tipu curate 2

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Grazie mille per il tuo prezioso supporto, caro amico mio...

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