Una storia per l'estate - 4° parte

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Immagine CC0 creative commons

Fu un periodo molto particolare, dove di settimana in settimana affinavo costantemente la strategia di gioco, arrivando a fare sistemi su sistemi, sempre più sofisticati, anche se la concorrenza era abbastanza limitata, a parte un paio di soggetti che attuavano tattiche di gioco molto simili alla mia, con soli 5 premi in palio a giornata di campionato, dovevo per forza centrare l'obiettivo di piazzare una squadra sul podio assoluto.

Con un piazzamento al 3° posto pareggiavo il costo delle schede gioco impiegate, oppure con un 4° e un 5° posto, mentre un 2° o un 1° posto mi avrebbero fatto guadagnare schede gioco, in quanto la conversione dei premi vinti in schede gioco era a mio favore...

Avevo un rigido schema di accumulo punti, supponendo che schierassi 30 squadra in una settimana, se mi classificavo ad esempio al 2° e al 5° posto, vincendo 80 schede gioco, 30 erano accantonate per coprire la settimana successiva, le 50 schede restanti la metà veniva effettivamente giocata nel gioco ad accumulo punti dei folletti (quello per scaricare lo scooter), mentre le rimanenti 25 schede le accantonavo per le eventuali giornate negative in cui non avessi vinto nulla.

Su una trentina di giornate di campionato, solamente 3-4 volte non piazzai neanche una squadra fra le prime 5, al punto tale che ogni tanto giocavo un po' di schedine accantonate, quando a 6-7 giornate dal termine mi ritrovai con oltre 200 schede gioco accantonate, incominciai a giocare tutte le vincite ottenute, e il numero dei punti ebbe una forte impennata.

Mi interessava poco schierare le squadre in anticipo rispetto agli altri concorrenti, perché preferivo sapere chi fosse infortunato o chi squalificato o semplicementi indisponibile, solitamente la vigilia della giornata di campionato era il momento clou per me, in quanto c'era la digitazione delle squadre a computer, e spesso finivo a notte inoltrata, non era raro il caso in cui spegnevo il terminale dopo le 3 di notte, ma la soddisfazione era davvero tanta, perché sapevo che stavo lottando per centrare un obiettivo molto prestigioso, anche se i momenti di sconforto e di sensazione di non riuscire a centrare l'obiettivo non mancarono certamente...

Continua...



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