Vita da bar - 19° puntata

Sapevo cosa poteva nascondere quella domanda, probabilmente lei non era a conoscenza di quello che era successo a mio fratello, decisi, almeno inizialmente, di rimanere un po' sul vago, risposi di circostanza, che andava cossì così, certi giorni si faceva fatica ad arrivare a notte, altri si sopportavano di più, con questa tipologia di risposta lei parzialmente si indispettì...

"Eh no, mi sembra di sentire parlare mia figlia, non siete mai contenti, non vi va mai bene nulla, sempre a discutere, sempre a replicare, sempre a ribattere, e che cazzo, sei giovanissimo, tutta una vita davanti, stai bene, hai ottima salute, sei in forma, cosa vuoi di più?!?!"

"Mio fratello."

"Tuo fratello cosa ha fatto??"

Mi era già capitato già alcune volte di incontrare delle persone che conoscevano mio fratello, che non erano al corrente di quello che gli era successo, in questo specifico caso mi dispiacque parecchio, di essere proprio io a darle questa notizia, stupidamente avrei preferito che lo sapesse da altri, ma forse è stato meglio così, respirai a fondo, sentivo le lacrime arrivare, feci un tenue tentativo di trattenerle, ma l'intimità e la complicità che si erano create tra noi non mi permisero di reggere il gioco più di tanto, per cui con una voce piuttosto tremante le rivolsi una domanda scontata...

"Non sai nulla?"

"No, perché, cosa è mai successo, non mi fare stare in pena...", vedendo il mio viso, temette, purtroppo giustamente, il peggio, ma non avrebbe mai pensato alla morte...

"Si è suicidato".

Non era freddo dentro a quella vettura, ma cadde improvvisamente il gelo, rimase di sasso, immobile per qualche istante, finché non la tirai a me, l'abbracciai, tenendola stretta stretta, come si riprese lei fece altrettanto, accarezzandomi forte la testa, passò del tempo, non tantissimo...

"Cosa mi dici..."

"Sì", le lacrime vennero fuori in automatico a entrambi, una volta ripreso il controllo sommario delle nostre emozioni, spiegai come era avvenuto il tutto, sgomento e desolazione sul suo viso, narrai che successivamente alla sua morte ci fu per me l'altro dolore delle separazione dalla mia ex, con la quale avrei addirittura dovuto sposarmi di lì a breve, stanto a quanto mi diceva fino a pochi giorni prima che ci lasciassimo...

"Capisci perché ero disorientato poco fa? Perché non riuscivo a comprendere bene quello che stavi facendo? Perché ero amareggiato? Le ferite sono ancora fresche e aperte, quella della mia ex, che a detta sua, non mi ama ma prova un bene fraterno per me, passerà prima o poi, ma con quella di mio fratello dovrò convivere tutta la mia vita, ci farò il callo anche in questo caso, ma rimarrà sempre un qualcosa lì, a ricordarmi quello che è successo..."

Spalancò ulteriormente i suoi meravigliosi occhi e disse solamente...

"So che ti sta sul cazzo, perdonami tanto, ma ho bisogno di dare due tiri a una sigaretta, apro un pelo il finestrino, ti voglio un gran bene ma non mi chiede di andare di fuori a fumare perché non ho voglia di bagnarmi come un pulcino..."

"Anche se fossimo nella mia macchina non ti impedirei, viste le circostanze, di fumare, fai pure, anche se sai che non approvo, ma per te, più che per me..."

Continuava a piovere come se non ci fosse un domani, eravamo in questa sorta di atmosfera così irreale, fra quello che avevamo fatto insieme e quello che le avevo raccontato, quasi in trance di sedette sui suoi talloni, accese lentamente la sigaretta, pochi tiri, badando a buttare fuori quanto più fumo possibile, per darmi meno noia, poi si girò verso di me, con un'espressione dolcissima, mi venne vicino vicino, si accucciò fra le mie braccia, sussurrandomi all'orecchio...

"Hai fretta??"

Continua...