Vita da bar - 24° puntata

Partirono quei famosi tornei free-roll, montepremi da favola, si vociferava che fosse una poker-room sotto il patrocinio, più o meno diretto, di Full Tilt, in ogni caso c'era un montepremi da favola, ben 20 mila dollari in ciascuno dei 10 free-roll, poi la premiazione finale, che riguardava i primi 10 assoluti per somma di punteggio di piazzamento, ogni singola posizione in più dava un punteggio superiore, nei primi 20 il salto di punteggio si faceva più consistente, tutto molto lineare, tutto molto chiaro, massimo 500 iscritti per torneo (i migliori 500 di quella poker-room, tra cui c'ero anch'io), a premio circa una settantina di giocatori per torneo...

Si parte, viaggio subito bene, dopo qualche tappa sono nei primi 20, e mi ero portato a casa qualche centinaio di dollari, bene, non pensavo di riuscire a centrare il piazzamento finale tra i primi 10, ma il sogno non era così distante, magari un torneo di quelli buoni, un piazzamento in un tavolo finale e avrei potuto ambire anche a quel traguardo, chissà...

Al 7° o 8° torneo la svolta, tavolo finale, esprimo un bel gioco, che alla fine mi consente di piazzarmi al 5° posto assoluto, più di 400 dollari per me, risalgo fino alla 14° posizione, adesso la cosa si faceva interessante, molto interessante, rimanevano pochissime tappe, tutto ancora poteva succedere...

Vado a giocare il 9° torneo, altra grande prestazione, arrivo a ridosso del tavolo finale, 11° posizione, se non ricordo male, con un paio di botte di sfiga di quelle memorabili, arriva l'aggiornamento della graduatoria, 12° posto, l'11° e il 10° erano distanti pochissimi punti, davvero tutto poteva succedere, mi aspettava uno di quei tornei memorabili...

All'11° posto c'era un giocatore polacco, che avevo conosciuto su Full Tilt, c'era la possibilità di messaggiare privatamente su quella poker-room, ci scrivevamo, logicamente, in un inglese poco più che scolastico, ma compresi perfettamente che aveva dei sospetti che quei tornei fossero in un certo senso pilotati, che ci fossero delle combine, dei raggiri, dei magheggi sotto, erano solamente sensazioni ma un qualcosa di strano lo avevo notato anch'io nel mio piccolo, un paio di mani di un torneo, a favore di giocatori americani (la poker-room batteva bandiera statunitense), niente di particolarmente rilevante, ma sulla linearità pura di quelle giocate non ci avrei messo la classica mano sul fuoco...

Ci lasciammo dopo una chiacchierata di una mezz'oretta, dopo la quale mi sentivo ancora più rincuorato e convinto dei miei mezzi, dandoci appuntamento al tavolo da gioco per la settimana seguente...

Venne il grande giorno, dell'ultima tappa di quei tornei free-roll, la 10°, la sensazione del cuore in gola ce l'avevo costantemente, ma in ogni caso ero pronto, al grande passo, se fossi riuscito nell'impresa di entrare nei primi 10° della classifica finale, si aprivano improvvisamente per me le porte del semi-professionismo, migliaia di dollari versati sul mio account di gioco, iscrizioni gratuite ad alcuni tornei di mia preferenza, vestiario brandizzato da sfoggiare ai tavoli da gioco dei casinò, e altro ancora, sognare costava poco, ma bisogna fare quell'ultimo torneo, e farlo bene...

Continua...