Vita da bar - 5° puntata

Indubbiamente nella vita non si può essere simpatici a tutti, questo è un dato di fatto, così come non tutti ci sono simpatici, in quel cerchio di circa una quindicina di persone, che più o meno a rotazione giocavano in quel bar a Scala 40 o Goriziana, ce n'erano un paio che non mi andavano particolarmente a genio, uno soprattutto, una testa di cazzo che giocava unicamente a biliardo, un soggetto molto strano e lunatico, che avevo capito subito che era da prendere con le molle, ma non tutte le giornate sono uguali alle altre, per cui non sempre era possibile evitare di intraprendere delle schermaglie verbali, che a volte si risolvevano in un nulla di fatto, a volte prendevano una via di traverso, ma voglio fermarmi un attimo a descrivere il soggetto, forse di questo pezzo di merda ho già parlato in un altro mio post, ma sono ricordi che vanno, in un certo senso, a intrecciarsi su più fronti, per cui lo tiro fuori nuovamente, in quanto estremamente attinente anche in questo specifico caso...

Era bravo, a giocare a biliardo, mi riferisco sempre al biliardo a boccette in modalità Goriziana, aveva stile, aveva una naturale classe nel portare i colpi, a volte lanciava la pallina con l'effetto, e nelle giornate di grazia gli riuscivano praticamente tutte le giornate, ed erano cazzi amari, perché era quasi impossibile batterlo, carattere irritante, e pure irriverente, perché era solito prendere pesantemente per il culo i 2 o 3 giocatori più piccoli di età (logicamente me compreso che ero il più piccolo di tutti, anche di altezza...), se poi beveva, allora era proprio cotta, perché la lingua si scioglieva ed era incontenibile, arrivava ad offendere in un attimo, il vero problema non erano tanto le parole, perché entro certi limiti riuscivo anche a replicare, ma il fatto che da sobrio potevo parlare, quanto era già mezzo brillo, era praticamente impossibile, un brutto giorno si presentò al tavolo da biliardo già bello che ubriaco...

Era un periodo per lui poco bello, circolavano delle voci sul suo conto, con particolare riferimento a sua moglie, che pare, da informazione molto precisa e dettagliata, si fosse fatta ripassare tutti gli orifizi da un paio di soggetti, e non una volta soltanto, per cui era incazzato a morte, anche tenendo ben presente il fatto che i soldi in casa li aveva la moglie, che lo manteneva a zonzo per la sua azienda e per il mondo, quindi non aveva tanti margini di manovra, o mangiava quella minestra, o saltava la finestra, o accettava le corna, facendo buon viso a cattivo gioco, oppure si scavava dal cazzo, non avendo mai fatto un cazzo nella sua vita, si guardava bene dal fare le valige e lasciare una vita fatta di agi e non fare nulla dalla mattina alla sera, ma le corna ogni tanto prudevano, dando luogo a giornate del cazzo come quella in cui mi era imbattuto io quello specifico pomeriggio di merda...

Continua...