Quattro chiacchiere in pharma.

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Le medicine e la farmacia.

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Come cambiano le dinamiche, come cambiano i problemi e come cambiano le esigenze della gente.

L'altro giorno sono stato in farmacia per prendere delle pastiglie per mia moglie.

Premetto una cosa.

Abitare in un piccolo paese ha i suoi pro ed i suoi contro, una particolarità è che bene o male ci si conosce tutti ( questa particolarità potete decidere voi se è un pro o un contro della situazione in generale ), quindi quando entri in un negozio c'è sempre quel clima di amicizia e famigliarità con i proprietari e se non c'è coda dopo di te ed hai voglia di perdere quei dieci minuti in chiacchiere allora puoi stare tranquillamente a mettere le tende ovunque, tanto al massimo, male che vada c'è sempre da sparlar male di qualcun altro del paese che in quel momento non c'è.

Ovvimante in farmacia, di cosa parliamo?

Di pizza o panini?

Di cipolline e ziti al sugo?

Di capperi e zucchine?

No.

Del covid.

E una cosa che mi ha detto il farmacista, cosa che avevo intuito anche da solo ma lui mi ha mostrato i numeri di quello che era il mio pensiero, è come alcuni medicinali legati all'influenza stagionale praticamente quest'anno non li ha venduti.

Decongestionanti nasali... sciroppi per la tosse... antibiotici vari.

Aprendo il database del suo computer dove ha catalogato tutte le medicine e le quantità vendute, mi ha letto le discrepanze tra 2019 e 2020, dicendomi che le quantità del 2020 sono comunque più gonfie per via dei primi mesi dell'anno, visto che fino a marzo potevamo limonare comodi in giro.

Alcune medicine hanno subito un calo del 80%.

Ovvimante non si lamentava di questo, era solo una risposta ad una mia domanda impicciona, diciamo che ha guadagnato molto con altro.

  • guarda qui... nel 2019 ne ho vendute 180 e nel 2020 invece 46, contando che 34 ne ho vendute fino a marzo.

  • si vero... ma quante mascherine stai vendendo?



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