Ave Cesare: capolavoro o passo falso?

Con i Fratelli Cohen Non si scherza, mai

Ennesimo Capolavoro o Passo Falso?

Nel cinema contemporaneo sono pochi i film che generano discussioni di merito e di gusto come i film diretti, sceneggiati e prodotti dai Fratelli Cohen.

Se è ormai acclarato che film come Fargo, Il Grande Lebowsky e Non è un paese per vecchi resteranno per sempre nella storia del cinema, è altrettanto vero che esistono tantissimi film della filmografia dei Cohen che destano spesso qualche sorpresa di troppo in critica e pubblica, sia essa positiva o negativa.

Il gusto del grottesco che i fratelli nutrono pedissequamente li ha portati, infatti, a qualche scivolone ampiamente ricompensato dai successi citati in precedenza a cui vanno aggiunti di certo titoli come A serious Man, A proposito di Davis e tanti altri ancora.
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Con la loro ultima fatica (prima di debuttare sul piccolo schermo con la loro prima serie tv!) dal titolo Ave Cesare! i registi hanno spaccato in 2 la critica.

Mai come questa volta, leggendo recensioni e commenti si potrà notare come in tanti abbiano colpito duro sulla pellicola con altrettante persone pronte a parlare di ennesimo capolavoro della filmografia coheniana.

Un film che, dunque, si presta a difficili interpretazioni e molto opinabili giudizi.

È un attore che fa solo western, credo sappia a malapena parlare!

Ma di cosa parla Ave Cesare? O meglio ancora, cosa vogliono esprimere i Cohen con questo film?

Il contesto è quello della Hollywood del dopoguerra, industria in grado di generare guadagni e ricchezze ma anche un mondo talmente artificiale e pomposo da far sorridere se visto con gli occhi della nuova generazione. Marinai ballerini, attrici impegnate in show acquatici, set mastondontici per racconti di imprese imperiali, racconti religiosi per fare spettacolo, ballerine, cowboy e produttori improbabili sono il perno di questa pellicola che gioca come sempre sul grottesco ma lo fa in una cornice nostalgica a metà tra il tributo e la macchietta.

Goerge Clooney e Josh Brolin sono di certo i personaggi più Coheniani di questo film. Il primo vittima di un sequestro da parte di una frangia comunista che vuole insediarsi nel mondo capitalistico delle grandi produzioni hollywoodiane, il secondo un attento e furbo manager dell'industria pronto a scegliere sempre il richiamo dei falsi miti hollywoodiani rispetto a soldi facili e vita semplici di una decollante industria aerea.

Il film fallisce ai nostri occhi contemporanei perchè annoia, suscita derisione, non ci esalta stilisticamente e visivamente e purtroppo non riesce neppure a fare breccia con i messaggi che vorrebbe inviare, troppo confusi e troppo borghesemente banali per suscitarci qualche reazione diversa dallo sbadiglio e dal torpore.

Non è un film brutto di per se, ma è uno dei peggiori film dei Cohen. Un film da non suggerire, da non tramandare ai posteri e quindi da dimenticare.

E non è forse questa la sorte peggiore che potrebbe capitare ad una pellicola?



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