La fine di Marvel Agents of S.H.I.E.L.D.: Fine gloriosa per la prima serie Marvel - part 1/2

Era da poco cominciata la, cosiddetta, fase 2 del MCU (Marvel Cinematic Universe), quando il colosso dei fumetti esordì in televisione.

Il palcoscenico era una tv generalista come la abc, i protagonisti degli eroi molto poco super.

Il 24 settembre del 2013 andava in onda il pilot di Marvel Agents of S.H.I.E.L.D.

Sull'onda del successo planetario dei primi Avengers, dei film dedicati ad Iron Man, Captain America, Hulk e Thor, la Marvel decise di "invadere" un altro territorio, proprio come un Thanos in giacca e cravatta avrebbe fatto.

A 7 anni di distanza è difficile proiettari sul pubblico, sui lettori, sugli spettatori del 2020 l'attesa che quel prodotto portava con se.

Provate ad immaginare il seguente scenario.

Il medium televisivo stava vivendo un'ascesa irrefrenabile, la golden age stava lasciando spazio alla peak tv, sempre più prodotti televisivi di qualità venivano lanciati sul piccolo schermo, molti attori famosi si lasciavano convincere dalle produzioni seriali, molti più investimenti venivano garantiti nelle serie tv.

Dall'altra parte della barricata vi era stata l'esplosione dei film facenti parte del MCU.

La visione di Kevin Feige stava cambiando per sempre il mondo cinematografico.

Nessuno, prima dell'uscita di Iron Man, avrebbe immaginato che potesse esistere un modo per trasporre sul grande schermo le avventure nate dalla mente e dalla penna di Stan Lee, con credibilità e verosimiglianza.
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Nella stessa Marvel l'universo ideato da Feige era visto come una scommessa, come un'ultima spiaggia prima di drastici ripensamenti e ridimensionamenti.

Il resto è storia, è attualità, è contemporaneità.

Marvel Agents of S.H.I.E.L.D. rappresentava il legame fra quell'universo cinematografico ed il suo fratellino televisivo.

Doveva essere l'alba di una nuova era.

Il risultato non fu quello atteso.

Il motivo risiedeva tutto nell'aspettativa dei fan e, strano a dirsi, in una campagna pubblicitaria fallace da parte della Marvel.

Presentare la serie tv di Joss Whedon come il gemello seriale dei film della fase 1, è stato, obiettivamente, un passo falso.

La Marvel sapeva benissimo che il budget sarebbe stato inferiore, l'azione limitata, l'utilizzo di personaggi famosi praticamente inesistente.

Di fronte a questo gli spettatori si sono sentiti confusi, ed in parte traditi.

Marvel Agents of S.H.I.E.L.D. fu accolta molto tiepidamente.

Phil Coulson (Clark Gregg) era l'unico personaggio noto agli amanti dell'MCU, grazie alla sua apparizione al fianco di Nick Fury (Samuel L.Jackson) in alcune pellicole. L'agente Coulson era un agente importante dello S.H.I.E.L.D. (Strategic Homeland Intervention, Enforcement and Logistics Division) ma non era di certo un supereroe alla Thor o alla Captain America, a lui non erano stati dedicati numeri di fumetti leggendari, non era l'idolo di nessun Nerd o l'uomo intrepido le cui gesta erano note a tutti gli appassionati.

Accanto a lui un manipolo di uomini e donne ordinari, accomunati da un grande coraggio, ideali patriottici, mentalità aperta, grandi competenze scientifiche o strategiche.
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Nessuno aveva superpoteri, nessuno di loro discendeva da razze aliena, nessuno aveva il sangue "blu" da eroe dei fumetti.

Questa discrepanza fra quello che le persone attendevano di vedere e quello che la serie Marvel mostrò, effettivamente, loro, causò una quasi immediata rottura fra pubblico e opera.

Il fatto che Marvel Agents of S.H.I.E.L.D. sia arrivata alla settima stagione testimonia che, in fondo, quella delusione iniziale sia stata ben presto spazzata via.

Coulson e compagni ne hanno sempre dovuto portare il peso, non riuscendo mai a scrollarla di dosso, e non riuscendo mai a sfondare davvero. Episodio dopo episodio, però, hanno convinto gli spettatori a restare ed, anno dopo anno, a prodigarsi in un timido passaparola.

Il risultato è stato che la serie tv, che sembrava essere in procinto di essere cancellata sin dopo il primo ciclo di episodi, è riuscita a continuare il proprio percorso, sino alla settima, e conclusiva, stagione andata in onda in questo 2020 e conclusasi pochi giorni fa con il season finale "What We're Fighting for".

Quello che è sempre mancato alla serie tv è stato il fatto di poter contare sulle apparizioni di guest star dall'MCU. Tutti ci aspettavamo che prima o poi il martello di Thor entrasse in scena, anche solo per pochi minuti, o che Vedova Nera si confrontasse con il team "Coulson" durante una delle sue operazioni. Questo non è mai avvenuto.

Da un lato la delusione è stata palpabile, dall'altro ha permesso alla serie di costruire la propria identità senza aver bisogno dei suoi fratelli maggiori. E' stato dunque un percorso più solido e credibile, che ha pagato dividendi nel tempo, regalando longevità alla serie e anche molte piccole soddisfazioni.

L'episodio finale, con tutte le sue imperfezioni, ha ribadito questo concetto.

Lasciare andare Mack e Helena, Daisy e Melinda, Deke, Jemma, Fitz e l'immortale Phil Coulson, non è stato facile.

Abbiamo avvertito un sincero magone quando "Lola" ha spiccato il volo per l'ultima volta, quando la squadra ha portato a termine l'ultima missione, quando Jemma e Fitz hanno vissuto la loro ultima riconciliazione, quando Daisy si è innamorata, quando Melinda ha dato un calcio alla sua vecchia vita, quando Mack ha continuato a portare nel mondo il suo forte idealismo e la sua Helena ha continuato a correre.

Quel magone, quel sospiro, quella lacrimuccia (durata magari il tempo di un battito d'ali) è la testimonianza dell'affetto che il pubblico oramai era in grado di provare per gli agenti ordinari di questo straordinario mondo di supereroi costruito da Kevin Feige e Stan Lee oltre 10 anni fa.

Daltronde, non è da tutti durare 7 stagioni, superare critiche e diffidenze, ripartire continuamente come se quella fosse l'ultima stagione.

La serie tv con protagonista Phil Coulson e il suo team è stata, invece, capace di tenere la barra dritta, superare ogni burrasca e approdare al porto sana e salva, come e quando aveva deciso di lasciare cadere l'ancora.

La stagione conclusiva è stata tutt'altro che esente da difetti, villain poco credibili, alcuni schemi ripetuti per l'ennesima volta, poco spazio a riferimenti espliciti al MCU e qualche piccola forzatura, ma ha saputo concludere il percorso di ogni singolo componente dell'equipaggio, oramai divenuto interstellare, oltre che crononauta.

Quasi specularmente a quanto accadeva con Lost, ogni personaggio ha ribaltato le proprie aspettative rispetto agli esordi, sviluppando un cammino complesso e convincente che ha portato ogni membro del team a raggiungere una maturità completa.

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