Seppelliti in una cassa (integrazione)

I Tempi della crisi coronavirus, almeno per noi italiani, sono oramai alle spalle.
In molti pronosticano un autunno di fuoco sul piano sociale ed economico.
Accadrà davvero?
Difficile dirlo.
Certo è che siamo forse l'unico paese europeo a dividerci su tutto.
Le opposizioni hanno fatto campagna elettorale anche mentre i mezzi militari sfilavano come carri funebri.
Confindustria ha fatto muro sin dall'alba dell'emergenza.
Tv e giornali sono quasi sempre a caccia del gossip politico.
L'arena mediatica non ha mai cessato di cercare il sangue sulla rovente sabbia.
Insomma, per molte persone il covid è stato uno show da portare avanti, con i soliti schemi, solite polemiche, solite irresponsabilità.
Anzichè essere uniti e fare fronte comune, abbiamo dato grande prova di immaturità.
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Lo si è visto anche nella vita di tutti i giorni.
Dall'andrà tutto bene al saremo migliori, sono sempre maggiori le evidenze che tutto potrebbe andare male e che forse resteremo uguali a prima, solo un pò più poveri.
L'autunno sta arrivando e le proiezioni più catastrofiche non ci fanno dormire certo tranquilli.
La sensazione è che si sia tergiversato troppo e che le varie aziende, anzichè innovare, anzichè raccogliere il meglio dalla difficoltà, anzichè sfruttare quei maledetti 3 mesi per costruire qualcosa, abbiano voluto giocare di attesa, cullarsi sulla cassa integrazione (che tutti criticavano ma tutti intanto intascavano) per poi sperare nel ritorno allo status quo.
Tra potenziali chiusure di decine di aziende e disoccupazione che potrebbe dilagare, ecco che il prossimo autunno potrebbe essere una bomba sociale.
Personalmente non ne sono affatto sicuro.
Credo che se ridimensioneremo il nostro consumistico stile di vita, forse riusciremo a venirne fuori indenni, ma più "puliti", energeticamente rinnovati, più digitali e anche più umani.
Se cosi non sarà, e vorremo un auto pro-capite, che sgasi col suo motore a benzina, con il nuovo iphone tra le dita mentre cerchiamo come spendere il nostro modesto stipendio, allora l'autunno sarà infuocato.
Ed è proprio la fine della cassa integrazione in deroga che potrebbe portare al salasso.
Per adesso tutti i cassa integrati sono in una botte di ferro poichè il governo italiano ha imposto il blocco dei licenziamenti fino al 31 dicembre 2020.
Il timore è che a gennaio 2021 possano esserci milioni di licenziamenti.
Se cosi dovesse essere allora i problemi saranno enormi.
Ma se questo dovesse accadere occhio a puntare il dito.
Un'emergenza, speriamo definitivamente archiviata, durata 3 mesi, non può ripercuotersi sul 30% delle aziende e degli impiegati (stime disfattiste ma cosi diffuse).
Se cosi fosse vorrà dire che in questi 11 mesi non avremo fatto nulla per ripensare al modo di stare insieme, al mercato del lavoro, alla redistribuzione della ricchezza.
Avremmo semplicemente buttato dalla torre i più deboli e i meno fortunati, tenendo per noi la (poca) ricchezza accumulata in questi anni.
Sarebbe una disfatta, non di un governo, ma di un popolo intero.



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ciao volevo chiederti un contatto per parlare con te di hive in modo più approfondito, magari instagram o facebook , fammi sapere se ti va io sono edin.supportservice su insta / edin ruznic (ezzedin) su fb

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