Recensione Libro: "I soldi fanno la felicità" di Alfio Bardolla

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Fin da piccoli ci siamo sentiti ripetere che I Soldi non fanno la felicità. L'autore di questo libro, Alfio Bardolla, parte proprio da questo detto popolare smontandolo pezzo per pezzo.

La Psicologia

Egli parte da una premessa psicologica fondamentale. Invita il lettore ad avere un atteggiamento costruttivo verso la vita e nei confronti delle proprie finanze. "Non posso diventare ricco...", "Non sono in grado di fare...", "Non riesco a..." sono solo nostre convinzioni. Visioni che noi stessi riflettiamo del nostro essere.

Mi ha colpito molto un concetto che ripete diverse volte in queste pagine e che potrei riassumere come segue:

Che voi facciate o non facciate, avete comunque ragione!

Ciò significa che se mi autoconvinco di non diventare ricco, sicuramente non lo diventerò confermando la mia convinzione. Se invece assumo degli atteggiamenti che tendono a migliorare le mie finanze, ecco che tenderò ad un benessere economico e... giorno dopo giorno, mese dopo mese.. confermerò sempre più le mie convinzioni.

Molta attenzione viene posta sul crearsi delle routine, degli atteggiamenti che ci aiutino a confermare i nostri obiettivi. Eh si perché porsi degli obiettivi a breve, medio e lungo termine è importante. Cosa voglio domani? Fra un mese? Fra un anno? Fra 10 anni?

Il risparmio

Il risparmio è un punto focale di questo libro. Il povero rimarrà sempre tale se non è in grado di risparmiare almeno il 15% delle proprie entrate. Attenzione, con povero non si intende il disperato che vive sotto i ponti ma, piuttosto, chiunque si ritrovi a fine mese facendo sempre fatica nel sbarcare il lunario.

Che tu guadagni 600 euro o 2000 euro o 10000 euro al mese, l'obiettivo di risparmiare almeno il 15% di quella cifra è di fondamentale importanza. Ciascuno di noi può riuscirci contraendo le spese inutili, aumentando le proprie entrate, usando disciplina e costanza.

Gli investimenti ed il Rischio

Questo termine in Italia è sempre associato a qualcosa di pericoloso. Qualcosa dal quale stare alla larga. I più arditi si sentono già dei draghi investendo in Titoli di Stato o Obbligazioni "sicure". Ma i rendimenti, spesso, non coprono nemmeno dall'inflazione ed in questo periodo di tassi negativi, può capitare addirittura di perdere valore nominale nel corso del tempo.

E allora? L'autore presenta alcuni investimenti che permettono di migliorare il proprio tenore di vita. Alcuni più rischiosi altri meno. Ma ciò che importa è la consapevolezza. Averne significa essere già a metà dell'opera, significa aver voglia di studiare cosa si sta facendo, dove si sta investendo senza affidarsi a consulenti bancari che sono in conflitto di interesse spingendo prodotti finanziari spesso più redditizi per il proprio datore di lavoro che non per il cliente. Cioè noi!

Studiare. Sempre.

Un altro punto che mi ha fatto molto riflette è la necessità di studiare sempre. Le persone, me incluso molte volte, sprecano un sacco di tempo in intrattenimenti poco utili che riempiono le ore del proprio tempo senza valore aggiunto.

Oh, intendiamoci, anche io sono un divoratore di serie TV su Netflix, anche io di tanto in tanto guardo una partita di calcio, anche io mi diletto al cinema con gli amici o la mia compagna.

Ma cosa succederebbe se impiegassi quel tempo, o almeno parte di esso, a leggere un libro sugli investimenti in opzioni? Oppure frequentando un corso di investimenti immobiliari?

Certo, all'inizio potrei valutare questa opzione più noiosa. Sicuramente è più impegnativa. Ma cosa voglio fra 10 anni? Essere un esperto di serie TV o aver la possibilità di affrontare una spesa improvvisa senza sudare freddo nel cercare di capire dove recuperare quel migliaio di euro che mi servono?

I Soldi fanno la felicità?

Dipende! Se con felicità si intende poter acquistare "cose" costose che prima non ci si poteva permettere allora la risposta è no.

Ma cosa è la felicità allora? Beh la felicità e poter fare qualcosa che ci piace quando ci piace. Non si può far nulla contro le malattie o la morte ma si può cercare di non dipendere esclusivamente da un datore di lavoro per la propria sussistenza.

Essere liberi o... quanto meno... poco dipendenti da altri... ci rende più felici. Più consapevoli. Più liberi di scegliere.

Conclusioni e pensieri

Alfio Bardolla ha un modo di esporre i concetti molto semplice ed alla portata di tutti. Figlio delle teorie espresse da Kiyosaki nel libro Padre ricco, padre povero che ho già recensito in un precedente articolo, è diventato formatore e investitore.

Consiglio questo libro a chiunque abbia intenzione di migliorare il proprio stile di vita, a chiunque abbia voglia di mettersi in discussione, di comprendere il concetto di ROI e ROE associato alla propria vita personale.

Consiglio questo libro a chiunque abbia voglia di avere maggiore consapevolezza anche se la consapevolezza porta a sacrifici oggi per avere benefici domani.

E voi? Avete letto questo libro? Che ne pensate dell'argomento?

Origine delle immagini:




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I soldi in se, come oggetto no, ma aiutano. Non so quando nasca quel detto, di prima vista sembrerebbe keynesiano, purtroppo noi viviamo in un altra dimensione.
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Infatti si ribadisce proprio quello che dici.
I soldi non come oggetti ma come mezzo per avere maggiore libertà.
Si facendo un percorso di crescita personale e finanziaria e devo dire che questo libro é un ottimo spunto di riflessione personale.
Te lo consiglio
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Devo modificare la percentuale di alcune trail di voto a cui partecipo altrimenti ti arriva sempre un mio voto piccolo e i tuoi post mi piacciono e ti seguo con piacere...

Divagazione a parte ho letto qualcosa su internet di Alfio Bardolla ma un suo libro mai.
E vista la tua recensione positiva lo prenderò in considerazione.

Essere liberi o... quanto meno... poco dipendenti da altri... ci rende più felici. Più consapevoli. Più liberi di scegliere.

Mi trovi in perfetta sintonia e la perfezione spesso risiede nella giusta misura...conta molto come si utilizzano i soldi.

Altro bel post @vittoriozuccala e se hai piacere ti linko un mio vecchio post dove parlo dei soldi e il mio pensiero a riguardo: https://steemit.com/palnet/@libertycrypto27/i-m-a-pac-man-nice-to-meet-you-piacere-sono-un-pac-man-eng-ita

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Grazie liberty.
Ho letto il tuo post e mi sento equilibrista :-)
Effettivamente i soldi sono un mezzo ma quello che dice Alfio é che tutti possiamo diventare ricchi o quanto meno agiati.
Voglio crederci: da due anni di facendo passi verdi quella direzione.
É un percorso lungo, ci vuole costanza e disciplina ma adesso vedo la luce.
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Grande @vittoriozuccala , allora sei già in una posizione che io reputo ottima e sono felice per te :)
Essendo un appassionato di percorsi verso la libertà che sia finanziaria o sentimentale o di qualsiasi altra forma...perchè non fai qualche post sul tuo percorso?
Ovviamente è una proposta/idea da tuo lettore e solo se la cosa ti piace...
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Si assolutamente!
In realtà é un'idea che ho da tempo e il fatto di recensire alcuni dei libri che mi hanno ispirato é proprio il primo passo verso questa direzione 😝

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@vittoriozuccala, ho letto con piacere la tua recensione, ma non mi ha convinto :)

Per capirci, non è la tua recensione a non convincermi, ma il personaggio di Bardolla.

Anch'io per mestiere, occupandomi di marketing, mi son trovato spesso ad aver a che fare con imprenditori grandi e piccoli, danarosi e poveri, a volte molto molto danarosi ed altre molto molto poveri. E spesso ho avuto modo di impegnarmi più nella loro formazione personale su come affrontare le difficoltà imprenditoriali, e qualche volta anche familiari , cercando di creare il giusto "mind set" necessario per svolgere adeguatamente quel ruolo nella società. Non sono ovviamente famoso come Bardolla e neanche vorrei diventarlo a dire il vero.

Ma tutto ciò mi porta a ragionare sulla sua persona e sul concetto di felicità, se permetti anche con un po' più di scaltrezza, visto che il marketing è la mia professione da oltre 30 anni (accidenti come passa il tempo :( ).

Quelle che Bardolla riporta nel libro (e nei suoi corsi che vende a migliaia di euro) sono, per così dire, "banalità", passami la definizione. Banalità perché sono cose molto risapute, ovvie a pensarci un po'. E proprio perché sono banalità ci fulminano come rivelazioni nel momento in cui qualcuno ce le rivela dopo che noi le avevamo accantonate come spesso si fa, sbagliando, con le cose considerate ovvie. Ma sempre banalità rimangono.

Ripeterle non fa male, proprio perché ci aiuta a non relegarle nel cassetto delle cose scontate, da cui poi però ci dimentichiamo di tirarle fuori quando ci servono. Lo facciamo anche con tanti oggetti vero? Ma non è assolutamente vero che siano sufficenti né a raggiungere l'indipendenza economica nè, tanto meno, la felicità. E qui casca il Bardolla. Che di soldi ne fa, invece, proprio facendo credere questo a chi compra non dico il suo libro, ma i suoi salatissimi corsi. E si ritrova ad aver pagato soldoni, quelli che magari aveva faticosamente risparmiato, per delle banalità che avrebbe potuto trovare su centinaia di video su Youtube.

Tanto è vero che lo stesso Bardolla non è assolutamente ricco, nè ha imparato ad investire. Ne parlò recentemente l'Espresso, ma prima ancora altri, in un'inchiesta per cui fu querelato con richiesta di danni dallo stesso Bardolla, che però non ha smentito nulla sulle difficoltà economiche delle sue attività. Attenderemo la sentenza, ma di solito queste querele vengono ritirate prima. Bardolla è davvero bravo sicuramente a gestire il marketing di se stesso. Qui ci sarebbe da aprire però una profonda analisi (chissà, magari diventerà fonte di ispirazione di prossimi miei post; lo dissi nel mio post di presentazione che ho troppi interessi e per mia assoluta fortuna continuo a studiare ogni giorno per molte ore al giorno) sul ruolo del marketing nella società. Amo il mio lavoro: è la mia passione, ma lo vedo molto molto cambiato negli anni e sarebbe il caso che la categoria facesse una profonda autocritica su come ha lavorato in questi ultimi decenni.

Una frase in particolare del tuo post mi ha negativamente colpito:

Essere liberi o... quanto meno... poco dipendenti da altri... ci rende più felici. Più consapevoli. Più liberi di scegliere.

Una frase tanto vera quanto falsa. Per questo mi ha colpito.

E' vero che esser poco dipendente dagli altri ci rende più felici? Che cosa significa esser dipendenti dagli altri? Amare qualcuno significa ANCHE dipendere da quella persona, ma ciò ci rende infelici? E noi rendiamo infelici le persone che dipendono da noi? E soprattutto, nel falso sillogismo indotto, siamo sicuri che i soldi ci diano l'indipendenza dagli altri? O invece spesso le persone diventano dipendenti dai soldi? Davvero ho conosciuto persone senza nessun problema economico eppure assolutamente sole ed infelici, come ho conosciuto persone povere assolutamente felici.

La felicità è una cosa tremendamente seria, che non si può liquidare con delle banalità. Questa è la colpa principale che mi sento di addossare a Bardolla.

p.s.: Steem è davvero un posto fantastico. Ogni giorno mi trovo a leggere spunti interessantissimi, come questo tuo post, e voglia di scriverne. Se non fosse per il tempo.

p.s.: ti consiglio, al riguardo, un altro libro, se non l'hai già letto. "Pensa e arricchisci te stesso" di Napoleon Hill, l'antesignano di tutti i "mental coach", che lo ha scritto nel lontanissimo 1937, dopo la Grande Depressione. Ti consiglio la prima stesura, quella senza riadattamenti. Molto più pesante da leggere, perché ovviamente lo stile narrativo è datato, ma sicuramente di maggior efficacia.

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Prima di tutto ti ringrazio per questo intervento generoso!
Il libro di Napoleon Hill é il prossimo in libreria.
Ho finito da poco questo di Bardolla, ora sto leggendo "Il maestro e Margherita" e dopo Napoleon Hill.
Il fatto che la felicità non sia una cosa semplice é verissimo. Però é una scelta.
La persona che amiamo ci rende dipendenti?
Si, senza dubbio ma é una nostra scelta; non tanto il fatto di amarla ma di dipendere o meno da questa persona.
Il confine anche tra essere dipendenti dai soldi o usarli come strumento per essere indipendenti da altro... è una scelta.

Secondo me la scelta deve essere accompagnata dalla consapevolezza. Se non c'è la seconda non c'è la prima.

Per quanto riguarda Bardolla ti ringrazio per le news: mi informerò su quanto hai scritto.

Ciò che so é che sto cambiando abitudini da quando ho letto "Padre ricco, padre povero" e questo mi piace. Anche il fatto di riprendere a leggere molto di più mi rende felice.

Fino due anni fa leggevo un paio di libri all'anno e per lo più romanzi. Adesso circa un libro sul mese alternando romanzi a libri di crescita personale e finanziaria.

Grazie dunque per l'intervento l'intervento che ho molto gradito e per Bardolla ma soprattutto per aver letto il mio post!

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Proprio pochi minuti fa mi è capitato sotto gli occhi questo. L'autore del post è, fra le altre cose, un giornalista di inchiesta, che sta indagando da tempo, su tanti "mental coach" improvvisati che proclamano grande successo ed invece spesso riescono solo a derubare soldi e sogni a persone "deboli". Sono talmente liberista come visione che non ho problemi ad accettare chi agisca così, se la facesse pubblicamente, senza spacciarsi, dietro un muro di ipocrisia e falsità, per realizzatori di sogni.

Cattura.JPG
Foto tratta da un post pubblico su Facebook

Non ho nulla contro la categoria dei "mental coach", alla quale in parte penso anche di appartenere, visto che ogni giorno mi trovo ad aiutare, come dicevo, imprenditori a modificare il loro "mindset" come parte integrante del mio lavoro. Ma costoro sono tutt'altra cosa.

Trovo molta più profondità nella discussione che si sta facendo qui che nei loro interventi, che spesso si fan pagare a peso d'oro. Infatti hai perfettamente ragione: uno dei segreti della felicità, ovviamente è una mia opinabilissima idea, è la consapevolezza di sè, delle proprie scelte, dei propri desideri e, ultima ma non meno importante, soprattutto in questi giorni, della propria responsabilità.

E purtroppo, come dicevo nel commento precedente, il marketing recente sta deviando molto da questo obiettivo, concentrandosi anch'esso sulla sola remunerazione economica, spesso anche solo quella a breve termine, senza aver una visione più ampia, secondo la filosofia del "tutto e subito".

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Grazie caro, mi hai dato maggiori elementi per valutare l'autore.
Prenderò dal suo libro i consigli che reputo buoni ma con maggiore spirito critico; maggior consapevolezza appunto.
Sarebbe interessante se tu scrivessi post su questI argomenti.
Sarei un tuo lettore senza dubbio.
Ops, lo sono già 😄
A presto

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