La guerra dei Ducati. 12: Salor.

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Prologo

Nel precedente capitolo abbiamo visto i preparativi del Duca di Reynwald per l'assalto a Salor. Questa cittadina rappresenta una tappa importante nel racconto poichè, oltre ad essere una delle più floride del ducato di Ramarok, rappresenta il centro abitato più vicino a Gortash, capitale di Delmdel. La sua conquista vorrebbe dire, per il Duca di Reynwald, essere ad un passo dalla meta. In caso contrario verrebbe esposto ad un disonore davvero imperdonabile!

Quando il sole iniziò a far capolino all'orizzonte, le truppe del Duca uscirono dalla Città Oscura. Reynwald, avvolto nel suo mantello nero di pelle d'orso, conduceva la colonna di soldati in groppa ad uno stallone nero come la notte. Nel palmo della mano destra teneva un'ascia poderosa e con la sinistra guidava il destriero grazie alle briglie di cuoio.

Dietro di lui un numero indefinibile di uomini a piedi, armati di tutto punto, lo seguivano a passo di marcia. I portatori di ascia prediligevano leggeri corpetti di cuoio per poter manovrare con maggior agilità le pesanti armi mentre gli spadaccini erano per lo più ricoperti di cotte di maglia forgiate da Croll in persona.

I fanti erano seguiti da arcieri e balestrieri; la colonna veniva chiusa dalla cavalleria pesante composta da circa 200 destrieri adornati di placche metalliche che ricoprivano il loro possente corpo come delle squame. Al centro di ognuna c'era uno spuntone in ferro che si rivelava particolarmente utile nel corpo a corpo ferendo i nemici ancor prima che si potessero avvicinare. I cavalieri erano vestiti con armature leggere e muniti sul fianco destro di spade lunghe adatte a tenere gli avversari a debita distanza dal cavallo e sul fianco sinistro di spade corte più utili nel corpo a corpo nel caso in cui il cavaliere fosse disarcionato. La coda della colonna era composta da schiavi che guidavano uno o più asini sulle cui schiene erano ammassati approvvigionamenti e tende da campo.

Centinaia di stivali e zoccoli calpestavano il fango umido per la rugiada ed il freddo della notte: sia gli uomini sia gli animali producevano sbuffi di condensa ad ogni respiro.

La colonna passò nel centro dell'accampamento Therdentin i cui guerrieri attendevano l'arrivo del Duca; subito dopo il suo passaggio si affiancarono alla fanteria. I Therdentin non avevano né corpetti né cotte di maglia ma vestivano solo con pelli di lupo o di orso. Avevano il viso dipinto di nero e rosso ed il capo coperto di ossa umane che usavano per adornare le folte chiome e per dimostrare il loro valore in battaglia. Costoro, in battaglia, prediligevano la velocità e l'agilità e per questo si tenevano estremamente leggeri: la maggior parte di loro aveva un'ascia bipenne in mano ed almeno due o tre pugnali per ogni uomo spuntavano dagli stivali e dalla cinta.

Uomini del ducato e Therdentin si misero in cammino insieme. La marcia durò diverse ore e quando arrivarono in vista delle mura di Salor, il sole era già alto ma la temperatura ancora molto rigida. Nel momento in cui Reynwald fermò la colonna, una goccia d'acqua colpì il suo braccio e ne seguirono immediatamente altre migliaia. Una pioggia battente iniziò a fluire dalle minacciose nuvole nere che avevano accompagnato per tutto il tragitto gli uomini.

Reynwald scese da cavallo e subito gli si avvicinarono Croll il maniscalco, Snim il capo dell'Accademia della Guerra, Dris il mastro falegname e Daghack il luogotenente dei Therdentin.

"Croll organizza il campo. Ordina agli schiavi di scaricare gli asini, montare le tende e preparare la cena per questa sera. Snim organizza le truppe, controlla le armi e raduna i luogotenenti. Dris, prepara gli arieti e dopo prendi 10 uomini, dividili in gruppi di due ed inviali a ispezionare il periplo di Salor; non voglio sorprese! Daghack, fai riposare i tuoi uomini e assicurati che abbiano acqua e pane ma con parsimonia. Fra due ore attaccheremo!"

Gli uomini si mobilitarono immediatamente per adempiere i propri compiti ed il campo prese subito vita. Reynwald ne approfittò per avvicinarsi alle mura della città. Con occhio esperto cercò di capire quali fossero i punti migliori di attacco ed eventuali debolezze. Pur rimanendo a debita distanza, cercò di valutare la robustezza del grosso portone in legno. Sulle mura c'era molto movimento. Gli stendardi di Ramarok fremevano al vento e la pioggia rendeva tutta la scena quasi surreale.

La tenda di Reynwald fu la prima ad essere montata e il condottiero ne approfittò per ritirarsi al suo interno e studiare nuovamente il piano che aveva architettato con il Consiglio di Guerra.

La fanteria, coperta dagli arcieri che avrebbero scoccato dardi a più riprese, avrebbe portato le scale verso le mura e gli arieti fino al portone. A quel punto alcuni uomini avrebbero tentato la scalata delle mura mentre gli altri avrebbero tentato lo sfondamento del portone. Una volta aperta una breccia nel portone, la cavalleria di Reynwald avrebbe condotto il primo attacco e il Duca sarebbe penetrato per primo insieme ai Therdentin.

Assorto nei suoi pensieri, il condottiero non sentiva i rumori del campo ma quando Croll entrò nella tenda si girò di scatto afferrando l'ascia. Croll conosceva da anni il suo Signore e non badò al gesto istintivo ma si limitò ad informarlo:

"Signore, tutto è pronto."

Reynwald uscì dalla tenda e notò il campo ormai montato con perizia. Sperava di concludere l'assalto entro sera ma non poteva escludere un paio di giorni di assedio e per questo aveva fatto costruire l'accampamento. Salì sul destriero e si diresse all'estremità nord del campo davanti alle mura nemiche ed iniziò ad tuonare:

"Uomini, preparatevi, il momento è giunto!"

I soldati presero le armi, i cavalieri salirono sui destrieri, i Therdentin si accodarono. Il campo brulicava come un formicaio impazzito ma nel giro di un quarto d'ora gli uomini si allinearono in file parallele davanti alle quali si posizionarono i portatori delle scale e degli arieti e dietro gli arcieri e balestrieri.

Il Duca di Reynwald abbassò il braccio e finalmente iniziò l'avanzata. Dalle mura nemica iniziarono ad arrivare le prime scariche di dardi alle quali gli arcieri del duca risposero con altrettanta solerzia. La pioggia batteva sugli elmi e sulle cotte di maglia producendo un forte rumore metallico coperto solo dalle urla della battaglia.

Reynwald si tenne a distanza di sicurezza dalla gittata delle frecce osservando l'avanzata. Gli uomini issarono le scale e iniziarono la scalata osteggiati dagli avversari sulle mura. Nel frattempo gli arieti cominciarono a percuotere i portoni con veemenza. Ogni volta che un uomo cadeva colpito da un dardo, subito un altro lo rimpiazzava. Dietro a Reynwald la cavalleria attendeva l'azione fremendo. Le urla eccitavano gli stalloni che scalpitavano e sbuffavano rabbiosamente. La pioggia rendeva il terreno impraticabile ma l'addestramento impartito negli anni agli uomini li rendeva incuranti alle difficoltà.

Finalmente il portone cedette e nel fianco destro si creò un varco. Sulle mura si sentì distintamente una voce gridare:

"Difendiamo la città! Difendiamo Salor! Per Ramarok!"

Quando l'ariete sfondò definitivamente il portone, il Duca di Reynwald spronò il destriero con un colpo di talloni sui fianchi della bestia. Tenendosi saldamente alle briglie sollevò l'ascia in direzione della città nemica e tuonando la carica si lanciò in una prepotente galoppata. La cavalleria seguì il proprio condottiero e dietro di lui i barbari iniziarono a correre in maniera scomposta quanto minacciosa accompagnati da urla di guerra.

Salor iniziò a vomitare guerrieri muniti di spade che si scontrarono con l'avanguardia di Reynwald. Le frecce smisero di cadere dalle mura mentre gli arcieri di Reynwald continuavano a bersagliare i nemici all'interno della città.

Al sopraggiungere della cavalleria, gli stalloni si scagliarono con veemente potenza contro gli avversari creando un varco su un tappeto di ossa rotte, arti insanguinati e crani fratturati. Gli spuntoni sulle armature delle bestie servivano come deterrente ai nemici e li tenevano a debita distanza. Gli sfortunati o gli incauti che cedevano alla tentazione di tentare di opporsi all'avanzata finivano inevitabilmente trafitti o travolti dalla furia della carica.

Reynwald trasudava sudore, la sua ascia roteava come un mulinello dal basso in direzione di un nemico all'alto per riprendere forza. La cavalleria riuscì a sfondare le difese di Salor come una mareggiata travolge una canoa in mare aperto. Un fiume in piena si riversò nella città. I Therdentin, temibili combattenti senza organizzazione, si aprirono varchi nelle vie laterali uccidendo chiunque si frapponesse a loro. I loro occhi erano iniettati di sangue. Il loro unico pensiero era il saccheggio e non intendevano rinunciarci per nulla al mondo.

Quando anche la fanteria di Reynwald riuscì a penetrare nelle mura seguendo la cavalleria ed i barbari, la sorte della città era ormai chiara. Piccoli drappelli di soldati nemici provava ad arginare la tracotanza degli invasori ma soccombevano rapidamente sotto colpi d'ascia e spada inferti con consumata esperienza dai soldati di Reynwald.

Il Duca si diresse verso il centro della città e quando arrivò davanti al palazzo del Reggente trovò costui con una spada in mano ad aspettarlo tremante. Ormai la città era caduta e Reynwald fece un cenno al Reggente per intimarlo a deporre le armi. L'uomo era consapevole che la sua ora era giunta. Non era un uomo d'azione e mai si sarebbe aspettato di vedere la sua città cadere ma era consapevole che il Duca l'avrebbe decapitato come monito affinché Ramarok non tentasse rappresaglie. Era intenzionato a concludere i propri giorni con un pizzico d'onore e quindi non posò l'arma. Trasportato da un disperato impeto di orgoglio si scagliò verso il Duca che nel frattempo era sceso da cavallo ma era lento nei movimenti: si capiva che non era un guerriero ma, piuttosto, uno scribacchino.

Il Duca schivò il primo colpo, voleva dargli un piccolo vantaggio.

Lo osservò caracollare spinto dal peso e dall'inerzia della spada.

Con un ghigno demoniaco gli rinnovò l'invito a deporre le armi ma il Reggente era cocciuto e si girò nuovamente verso l'avversario. Non aveva nulla da perdere e lo sapevano entrambi.

Quando tornò alla carica osservato sia dai propri uomini sia dai cavalieri di Reywnald, quest'ultimo alzò l'ascia, fece un giro di 180 gradi su se stesso per avere maggior potenza e colpì con la lama della propria arma quella del disgraziato.

La spada del Reggente gli schizzò via dalle mani ed iniziò a roteare sopra la sua testa; nel frattempo la lama dell'ascia di Reynwald continuò la sua corsa e andò a schiantarsi direttamente sul viso dell'uomo tra la mandibola ed il mento tranciando di netto le ossa che pateticamente cercavano di opporsi a tanta potenza.

Il Reggente si accasciò all'istante, i cavalieri urlarono di gioia e Reynwald osservò soddisfatto la propria vittoria. Dopo essere risalito sul proprio destriero disse semplicemente:

"La città è nostra. Lasciate il saccheggio ai Therdentin ed occupate il palazzo del Reggente"

Dopo aver proferito queste parole tornò lentamente sui suoi passi verso il portone di ingresso osservando quasi in maniera distaccata i piccoli scontri che ancora si consumavano lungo le strade di Salor.

Ad un certo punto vide il viso di un ragazzino spaventato osservarlo da dietro una botte con gli occhi sgranati. In un attimo di umanità, il Duca provò pena per quell'anima impaurita ed innocente. Si fermò vicino a lui ed allungò il braccio che grondava il sangue dei suoi avversari verso il ragazzo.

Il piccolo afferrò quell'ancora di salvezza e Reynwald lo issò sulla groppa del destriero:

"Come ti chiami ragazzo?"

"Sono Boku di Salor, Signore"

"Da oggi sarai Boku di Città Oscura e scudiero del Duca di Reynwald"

Il giovane sussultò dalla gioia e si lasciò portare in groppa allo stallone nero avvolto da una pelle d'orso fuori dalla città nella quale viveva da sempre. Era il giorno più felice della sua vita e si godette ogni istante di quel momento con il cuore che batteva all'impazzata.

Epilogo

La caduta di Salor risuonerà per gli anni a venire in tutto il Regno. La rapidità con la quale il Duca di Reynwald ha sfondato le mura della città riecheggerà per secoli. Ovviamente l'accaduto non può passare inosservato nemmeno nel breve termine e nel prossimo episodio vedremo le reazioni di Ramarok e Delmdel.

NB: la copertina ed eventuali altre immagini presenti nel presente post o in quelli della medesima saga sono state realizzate con il Servizio Canva avvalendosi delle immagini gratuite in esso disponibili ad uso gratuito.

Indice

Se ti fossi perso uno dei precedenti capitoli:



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Almeno sono riuscito a darti un tipu e a farti capire che ci sono e che prima o poi ritorno in pari contro questo intenso racconto....

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Ma grazie caro!!!
Sai che ci tengo al tuo giudizio!!
Leggi quando hai tempo. Nessuna fretta: l'importante é che tu legga tutto il racconto e mi dica cosa ne pensi 😄
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Sul giudizio non aver dubbi, in tutti i sensi, perché sarà ampiamente positivo in quanto "l'antipasto" che ho consumato delle prime 4 puntate era davvero gradevole...

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Ed eccomi ritornato per confermarti la grande bontà dei tuoi scritti, bravo Vittorio, eccellente racconto...

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