La guerra dei Ducati. 21: Fu Gortash. Fu Delmdel.

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Prologo

Nel precedente capitolo abbiamo scoperto tutte le carte. In questo ultimo episodio vedremo, finalmente, chi avrà la meglio tra il Duca di Reynwald ed il Duca di Delmdel. Questo è l'ultimo episodio di questa saga. Spero vi piaccia!

Schoer si precipitò verso la scalinata che conduceva dalla passerella in cima alle mura verso i portoni. Percorse alla massima velocità possibile i gradini che conducevano a terra ed una volta arrivato... inorridì.

Due dei suoi soldati giacevano a terra con la gola sgozzata ed altri due erano impegnati in un corpo a corpo con un mercante che maneggiava la spada con la maestria tipica di un uomo inequivocabilmente dedito all'uso delle armi.

Schoer lo riconobbe immediatamente. Si trattava di Nysr, arciere e messaggero di fiducia del Duca di Reynwald. Il Capo della Guardia cittadina non comprendeva ancora la portata di ciò che stava osservando ma la situazione era sicuramente gravissima ed accorse in aiuto dei suoi soldati proprio nel momento in cui Nysr ne trafiggeva uno in pieno petto con la spada che teneva nella mano destra e fermava il fendente del secondo con una spada corta che impugnava nella sinistra.

Quando si trovò ad appena due passi dal nemico gli si pararono davanti altri due presunti mercanti. Schoer riconobbe anche loro: il primo era Croll, maniscalco della Città Oscura, mentre l'altro sebbene non ne conoscesse il nome, era convinto di averlo già visto a Gortash nelle settimane precedenti.

Iniziò un cruento corpo a corpo con entrambi e finalmente Schoer capì. Con la coda dell'occhio vide Nysr precipitarsi ad aiutare altri quattro uomini, anch'essi vestiti da mercanti, che stavano ruotando i grossi ingranaggi che servivano ad aprire i portoni interni ed esterni.

I bastardi si erano intrufolati in qualche modo all'interno della città ed avevano atteso le urla di una improbabile battaglia nei tre lati opposti ai portoni per tentare di aprire i cancelli dall'interno. Adesso Schoer comprese anche l'attacco su più fronti fuorché a sud dove c'erano, appunto, i portoni! Era un diversivo ben riuscito. Le sue truppe all'interno della città erano sparpagliate e la situazione era tragica!

Riuscì a trafiggere uno dei due aggressori e si concentrò subito su Croll ma in quello stesso istante, i portoni si aprirono quel tanto che bastava per permettere a Schoer di vedere la cavalleria nemica arrivare al galoppo dall'esterno.

"AIUTO! ALL'ARMI! ALL'ARMI!"

Le sue urla erano sovrastate dal baccano tutto intorno e sebbene avesse usato tutto il fiato disponibile nei suoi polmoni, solo pochi soldati arrivarono in suo aiuto. Era troppo tardi.

La cavalleria arrivò come un fiume in piena e a tutta velocità entrò in città. Il comandante riuscì a gettarsi su un lato e lo stesso fece Croll dalla parte opposta. Gli stalloni gli passarono davanti scuotendo la terra sotto di lui. Fu in quel momento che Schoer comprese che la fine era arrivata.

Fu Gortash

A capo della cavalleria vide per un attimo il Duca di Reynwald in persona condurre il gruppo: sembravano conoscere perfettamente la città perché si divisero immediatamente in due gruppi distinti: il primo andò verso est in direzione della caserma mentre l'altro andò a nord in direzione del palazzo ducale. Dietro di loro arrivarono i barbari e proprio quando vide il primo di loro entrare, un corno echeggiò da lontano per tre volte. Schoer non comprese da quale direzione arrivasse il suono ma ne intuì il significato:

"I portoni sono aperti; abbandonate il finto attacco e penetrate in città!"

Sulle mura di Gortash i soldati lanciavano pietre contro gli sfortunati di sotto. Quando il corno suonò tre volte videro i soldati nemici abbandonare le proprie attività e costeggiare le mura in direzione sud, verso il portone. Completamente disorientati, i soldati iniziarono a capire cosa stava accadendo quando videro alcuni nemici all'interno delle mura e quando sentirono gli zoccoli della cavalleria nemica.

In pochi minuti l'intera Gortash si trasformò in un campo di battaglia a cielo aperto!

Atn arrivò primo fra i barbari dentro le mura e rise di gran gusto. Era giunta l'ora di un prelibato bottino e aveva tutte le intenzioni di gustarsi ogni attimo di quel saccheggio. Con quel pensiero in mente vide un uomo che gli si parò davanti: era Schoer che con la sua possente corporatura e l'armatura intrisa di sangue sembrava intenzionato a battersi contro di lui.

Atn ordinò ai propri uomini di proseguire oltre mentre lui affrontò il Capo della Guardia. I menestrelli cantarono per molti secoli avvenire la battaglia tra i due titani: costoro duellarono con ferocia scambiandosi potenti colpi d'ascia per un tempo che sembrò infinito. Ovviamente non si risparmiarono innumerevoli ferite vicendevolmente ed in diversi punti del corpo.

Schoer faticava a reggersi in piedi. Evidentemente il sangue che scorreva dal suo polpaccio destro raccontava la storia di un tendine reciso da un colpo d'ascia inferto da Atn. Dal canto suo, quest'ultimo sembrava aver perso l'uso del braccio sinistro ed il sangue che zampillava dalla giugulare non prometteva nulla di buono.

Lo scontro, tuttavia, ebbe fine quando Atn riuscì a disarmare Schoer. Si avvicinò al suo avversario e con enorme rispetto lo decapitò con un colpo secco. Schoer, nei pochi secondi prima di morire ebbe tempo di pensare a sua moglie ed ai suoi figli. La vita gli scorse davanti gli occhi in cinque secondi appena: il tempo necessario a far compiere all'ascia nemica una traiettoria semicircolare che la condusse alla base del suo collo. Per un attimo gli sembrò di vedere il suo corpo rotolare ma la sensazione durò il soffio di un respiro: giusto il tempo per capire che in realtà era la sua testa che rotolava mentre il suo corpo rimaneva immobile in ginocchio prima di accasciarsi a terra senza vita. E per Schoer fu il buio.

La Città Eterna ci mise due giorni per cedere. La battaglia fu furibonda. I vicoli della città si erano trasformati in torrenti di sangue che scorrevano copiosi in ogni direzione. I barbari iniziarono un prepotente saccheggio e molte persone persero la vita. Le voci raccontano di uomini tramutati in bestie assetate di sangue munite di zanne ed artigli ma nessuno seppe dire con esattezza fino a che punto fosse realtà e fino a che punto immaginazione. Ciò che è certo è che la Città Eterna fu ribattezzata in Città Fortezza e divenne la residenza estiva del Duca di Reynwald. Quest'ultimo la affidò alle cure di un suo fidato amico: Croll il maniscalco della Città Oscura divenne dunque Croll il reggente della Città Fortezza.

Dopo quella conquista, il Duca di Reynwald avendo sconfitto entrambi i suoi avversari in pochi giorni, ebbe campo libero nei territori dei ducati. Come da accordi presi con Atn, lasciò Salor ed altri villaggi del ex ducato di Ramarok ai barbari che volevano abbandonare le montagne per stabilirsi in pianura. Con questo Popolo si era instaurato un ottimo rapporto basato su proficui scambi commerciali. Tra i due capi vigeva un patto di non belligeranza basato sulla sacra parola data.

Ovviamente l'ego ormai incontenibile di Reynwald, lo spinse a nutrirsi anche della conquista di Zhoss che diede in reggenza all'amico e fidato compagno d'armi Nysr.

Negli anni successivi, inoltre, il Duca di Reynwald stabilì un rito ricorrente: quando le giornate iniziavano ad allungarsi, si recava a Salor per incontrare Atn. Con questo parlava dei raccolti, decidevano le tasse da applicare al Popolo e discutevano come due amici di vecchia data per giorni. Atn scherzava spesso sul fatto che avrebbe acquisito il titolo ducale per diritto.

Ogni anno, dopo la tappa a Salor, il Duca di Reynwald si recava a Zhoss per trovare il fedele amico Nysr e per stilare insieme a lui una lista di opere di miglioramento della città e del territorio a lui affidato. Anche in questa occasione il messaggero arciere si rivelò un uomo dalle mille risorse, capace di governare senza boria, attento alle necessità del popolo e capace di grandi opere. Ogni anno Reynwald vedeva crescere il rispetto dei cittadini nei suoi confronti e non poteva che esserne felice perché questo significava stabilità nei ducati. Le feste di palazzo a Zhoss, semplicemente furono bandite. Venne sviluppato il mercato e l'accademia e i ragazzi vennero invitati, fin dalla tenera età, a sottoporsi a rigidi insegnamenti bellici.

Fu Delmdel

La terza tappa era, ovviamente, l'ex città Gortash. Come ogni anno, Croll lo attendeva con singolare riconoscenza. La Città Fortezza alimentava in Reynwald sempre una certa commozione per il traguardo raggiunto. Qui il duca si stabiliva per circa quattro mesi prima di tornare a Città Oscura: si godeva ogni vicolo, visitava il mercato e le taverne nonché le campagne circostanti. Ogni anno si sentiva sempre più come a casa sua. I suoi avi sarebbero stati orgogliosi di lui. Ne era certo!

Ciò che gli piaceva maggiormente, tuttavia, era rinvangare il passato insieme a Croll. Durante il suo soggiorno, si trovavano la sera per ricordare, con una certa nostalgia, le precedenti imprese e gli anni di battaglia.

Un pomeriggio del quinto anno dopo la conquista della città, come ogni anno, al termine di un lauto banchetto, si recarono insieme nelle viscere del palazzo che una volta fu di Delmdel. Croll vi fece costruire delle segrete nei primi tre mesi della sua reggenza. Arrivato davanti alla porta salutarono le quattro guardie di piantone. Come tutte le volte, Croll ritornò indietro mentre Reynwald aprì una enorme porta in ferro battuto che conduceva ad un'enorme stanza completamente priva di qualsiasi mobilio fatta eccezione di una sedia, un tavolo ed un letto in legno.

Nella stanza non c'erano finestre e l'unica luce proveniva dalle torce accese oltre la porta aperta. Sulla parete di fronte una lunga catena era ancorata alla pietra e terminava le sue maglie di ferro con un anello chiuso sul collo di un uomo magro ed ormai cieco.

Come tutti gli anni fu quella figura spettrale a parlare per prima:

"Sei tu?"

Reynwald sorrise con amarezza:

"Buongiorno, come stai oggi?"

L'uomo tossì ed un grumo di sangue gli uscì dalla bocca:

"Dunque, questa volta, fuori è giorno? Il sole è caldo?"

Il Duca guardò quell'essere che ormai era l'ombra di ciò che una volta chiamava cugino. Come ogni anno iniziò a conversare con lui per concedergli l'unica possibilità di parlare con qualcuno fino all'anno successivo.

Per tutto il tempo Reynwald sfoderava un sorriso sarcastico ed amaro che l'altro uomo non poteva vedere perché l'oscurità l'aveva reso cieco ormai da tempo: per il duca, quella conversazione, era come gettare l'osso ad un cane ormai stanco di vivere.

Epilogo

Le gesta del Duca di Reynwal furono ricordate per generazioni e generazioni. Il suo coraggio durante la battaglia fu epico e senza eguali. La storia, nel tempo, è diventata leggenda e la leggenda è stata tramandata di padre in figlio per molti secoli. E' proprio così che ne sono venuto a conoscenza ed ho deciso di esporvela in questo racconto.

Questo è l'ultimo episodio di un racconto che mi ha molto divertito scrivere e mi auguro davvero di cuore che sia piaciuto altrettanto anche a voi.

In base ai vostri commenti potrei decidere di proseguire questa storia anche perché... la butto li.... i Rusdan sono stati sempre molto ai margini di questa storia e chissà che non possano decidere di scendere in campo anche loro per ridare equilibrio alla situazione.

Vedremo... Per ora vi ringrazio infinitamente per la vostra attenzione ed attendo i vostri commenti.

NB: la copertina ed eventuali altre immagini presenti nel presente post o in quelli della medesima saga sono state realizzate con il Servizio Canva avvalendosi delle immagini gratuite in esso disponibili ad uso gratuito.

Indice

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